Un esposto di Sp e Ac alla Corte dei Conti per aspetti legati alla ricostruzione delle scuole Dante Alighieri e Prato Fiorito; Pd attacca giornali e Regione
Un esposto alla Corte dei Conti così da chiarire alcuni aspetti legati alla ricostruzione delle scuole Dante Alighieri e Prato Fiorito: iniziativa annunciata questa mattina dai 3 consiglieri di Spoleto Popolare e Alleanza Civica (Ilaria Frascarelli, Gianmarco Profili e Roberto Settimi; non è chiaro se aderirà anche la capogruppo di SP Elena Bececco).
È l’ultima iniziativa destinata a creare non poco clamore nei confronti della Giunta De Augustinis, chiamata già in causa dall’interrogazione presentata dall’onorevole Fratoianni al Ministro degli interni Luciana Lamorgese in merito ad alcune affermazioni rilasciate dal primo cittadino sulla vicenda dell’ospedale.
Anche il Partito democratico torna a parlare e lo fa con una nota che chiama in causa direttamente la stampa.
Non si attenua quindi il clima di tensione nella città del Festival, dove la politica continua a darsi battaglia ormai in ordine sparso, tanto da rendere difficile distinguere chi sia veramente all’opposizione e chi in maggioranza.
Le “fake” e il ricorso alla Corte dei conti
I tre consiglieri dell’opposizione di SP e AC tornano a puntare il dito sulla ricostruzione in loco della Dante Alighieri (nella foto in home page) e Prato Fiorito, argomento sul quale lo scorso 23 settembre avevano presentato una interrogazione a risposta scritta al municipio che, a dispetto della scadenza dei 30 giorni previsti dalla norma, a tutt’oggi non ha trovato riscontro.
Il primo attacco è per le dichiarazioni del sindaco all’ultimo consiglio comunale di giovedì scorso: “La Dante e la Prato Fiorito? Ora possiamo appaltare i lavori su tutte e due e ci sono stati dati i soldi necessari ovviamente per farlo!” queste sono le dichiarazioni del Sindaco nell’ultimo consiglio comunale. È l’ennesima “fake news” sulla vicenda, dopo che nel dicembre 2018 il sindaco de Augustinis e la sua giunta parlavano di finanziamento imminente, poi a gennaio de Augustinis assicurò che la scuola media sarebbe stata pronta per settembre 2019; questa estate ci ha rassicurati, dicendo che le due scuole sarebbero state finanziate a settembre del corrente anno, ed i primi di ottobre avrebbero nominato i tecnici – progettisti. Tutto fatto? Partiamo dall’ultima affermazione: la nomina dei progettisti, annunciata il 7 ottobre, non è stato fatta. Perché? Perché senza la congruità del contributo (CIR), i progettisti non possono essere nominati; ma senza progetto non si può appaltare l’opera inoltre, senza congruità del finanziamento, le risorse potrebbero non essere sufficienti. È per questo che le risorse non vengono assegnate? La verità è che dopo l’abbandono del progetto ed la rinuncia al finanziamento del polo scolastico, il percorso è stato pieno di deviazioni e anche sulle procedure ci sarebbe qualcosa da dire. Come per esempio su chi pagherà le spese del progetto definitivo del polo scolastico San Paolo, che per scelta politica dell’attuale giunta è stato annullato, il Sindaco o il Commissario Legnini potrebbero dirci qualcosa. Con i soldi pubblici non si gioca. Il sindaco considera l’argomento “un po’ fortino”, fa allusioni ma non chiarisce. Noi chiederemo alla Corte dei Conti di darci lumi in merito a questa spesa”.
Frascarelli, Profili e Settimi passano poi a smentire il finanziamento di 500mila euro annunciato, consiglio in corso, dall’assessore Flavoni. Soldi che a loro dire non sarebbero ancora arrivati. “Per ciò che riguarda la notizia del finanziamento della scuola di Beroide, annunciato dall’assessore Flavoni durante il consiglio del 12 novembre u.s. ed appreso da noi con soddisfazione, pur rimarcando che le risorse assegnate non sono sufficienti per l’intervento necessario, che seguito ha avuto? Nella realtà, come spesso accade con questa giunta, gli annunci non trovano riscontro in atti formali, per questo vengono messi in difficoltà gli uffici e si generano ritardi. Anche in tale circostanza, dalle verifiche fatte, fino a ieri, a distanza di una settimana, non esiste alcun atto che confermi il finanziamento, che auspicabilmente ci sarà, ma l’assessore Flavoni, che ormai non ci sorprende più, come ha potuto fare tale affermazione in Consiglio comunale in assenza di qualsiasi atto ufficiale? La oggettiva realtà è che ancora oggi, non si possono espletare le procedure per mettere in sicurezza la scuola di Beroide, indipendentemente dai vari annunci e proclami del Sindaco di averla pronta per la recita di questo Natale. Se continuano così la scuola non sarà pronta nemmeno per il prossimo Natale”.
Pd, tra attacchi e allusioni alla stampa
Di ieri anche la nota del PD, che forse sarebbe meglio indicare come il Gruppo consiliare visto che i dem sono di fatto senza segreteria e con l’assemblea che non viene riunita da più di un anno. Il boccino sembra in mano al capogruppo Lisci e alla neoconsigliera Laureti (entrata di fatto nel gruppo solo a febbraio scorso, nonostante la candidatura per i dem alle europee di maggio 2018), atteso che Trippetti e Erbaioli sono impegnati in prima linea nei rispettivi servizi in ospedale.
È tutto da interpretare il fine del comunicato, in cui il PD si guarda bene dal fare nomi, che comincia con un attacco alla Regione, perseguendo così la linea della tensione creata intorno al nosocomio spoletino trasformato in ospedale covid.
Mentre lo stesso PD regionale del capogruppo Bori (candidato alla segreteria regionale, con la Laureti al provinciale di Perugia) sul tema ha deposto le armi accogliendo l’invito della Presidente, durante l’ultimo Consiglio regionale, a collaborare per il difficile momento dettato dalla pandemia. E senza considerare che nell’ultima conferenza stampa da Palazzo Donini il consulente Guido Bertolaso – tanto ricercato dalla Giunta spoletina e al quale guarda con simpatia lo stesso piddì locale – ha così commentato la riunione: “Il Direttore Dario è stato esaustivo, in queste due settimane si è fatto un gran lavoro di squadra con risultati concreti, al di là delle chiacchiere e illazioni, in Umbria ci sono già 2 nuove strutture ancorché temporanee”.
Leggiamo quindi la nota: “Il Partito Democratico di Spoleto punta il dito sui rapporti ormai insostenibili tra la Regione e l’amministrazione comunale. Spoleto, con l’azzeramento del suo ospedale, sta pagando sulla sua pelle più delle altre città umbre il tributo al Covid 19, ma la Regione presenta il “Piano di salvaguardia” e non spende una parola per il San Matteo degli Infermi. Non rende noti i posti letto impegnati, né la dotazione organica che qualche organo di stampa vorrebbe a breve implementata di 50 unità che non si sa dove potranno essere reperite visto che non sono carenti in tutta Italia”.
Per la verità nel Piano di salvaguardia presentato lunedì scorso dai vertici di Palazzo Donini non si è fatto specifico riferimento a nessun ospedale umbro ma sono stati sciorinati solo i numeri complessivi dell’emergenza: nelle slide presentate, invece, è riportata la situazione di tutti i nosocomi, incluso quello di Spoleto. Sarebbe magari bastato seguire la diretta o rivederla sulla pagina Facebook della Regione, o anche leggerne il resoconto su questo (dove abbiamo riportato anche le slide) come su altri quotidiani.
Quanto a “qualche organo di stampa”, ovvero Tuttoggi, sfugge ai dem che non sono i cronisti a volere (l’ospedale) “a breve implementarlo di 50 unità”, ma che tale dato è stato fornito dal Commissario della Usl2 Massimo De Fino nel corso di una intervista. Che queste colonne hanno sentito di richiedere visto che nulla trapelava sull’esito del confronto tra il Comitato di vigilanza istituito da De Augustinis e lo stesso De Fino.
Ma l’attacco più forte è stato fatto nei confronti del Corriere dell’Umbria e di uno dei suoi editorialisti, il professor Roberto Segatori, già ordinario di sociologia, per lunghi anni ascoltato “cervello” dal centrosinistra e che nel tempo non ha avuto peli sulla lingua nei confronti anche della città in cui vive (Foligno).
Scrive il PD di Spoleto: “Su un ormai illeggibile quotidiano locale il cui proprietario è notoriamente impegnato nella sanità privata, un sociologo di Foligno firma un editoriale che è un’offesa senza eguali nei confronti di Spoleto e che qualifica l’estensore per essere un personaggio ambiguo e senza capacità di analisi rispondente al vero”.
La feroce critica (stupisce che a firmarla sia anche la Laureti che è una giornalista professionista) magari sarebbe dovuta arrivare dal Comune, visto che viene citato anche lo stesso primo cittadino.
Peraltro l’editoriale non appare offensivo nei confronti degli spoletini, da intendersi quali cittadini, ma è una vera e propria critica a chi li amministra.
Segatori non ha fatto altro che descrivere il male della città, da troppi anni isolata e lacerata, ammalata di quella “spoletitudine” (copyright del compianto sindaco Leopoldo Corinti), concetto più volte ripreso anche nell’ultima campagna elettorale del centrosinistra alle amministrative del 2018.
Così ritorna evidente quel vizio tipico di certi spoletini che “possono criticare tutti, ma solo a loro può essere concesso di criticare Spoleto”.
I dem ne hanno anche per il Sindaco “Ciliegina sulla torta è l’appello del Sindaco agli spoletini di comprare a Spoleto, cosa ovvia visto che siamo in zona arancione e non si possono varcare i confini comunali, ma tace sul fatto che dall’amministrazione comunale nulla o quasi è stato programmato per andare incontro alle attività commerciali e imprenditoriali che si dibattono tra difficoltà economiche drammatiche.
Il PD attende il ventilato incontro con Guido Bertolaso che doveva tenersi la settimana scorsa e che ancora non vede una data. Dal canto nostro non smettiamo di sollecitare i nostri rappresentanti in Regione e in Parlamento per denunciare le modalità con le quali la Giunta Tesei sta affrontando la pandemia. Intanto l’invito è quello di non abbassare la guardia, di essere pronti ad una ulteriore mobilitazione affinché venga garantito alla nostra città il rispetto che merita”.
Solo un appunto per i dem: l’appello del sindaco forse non è stato tanto casuale e ovvio, visto che è arrivato all’indomani della decisione del Governo che sul proprio sito, nell’elenco delle Faq, ha chiarito che è ammesso fare la spesa, anche in zona rossa, tra comuni differenti, se vi è la possibilità di risparmiare (e portando sempre con sé l’autocertificazione) oltre al fatto che si può sempre e comunque acquistare su internet, piuttosto che nel negozio di quartiere.
© Riproduzione riservata