(Elisa Panetto) – Vegetazione rigogliosa. Arbusti alti. Fogliame uscito abbondantemente dalla recinzione, e che è andato inevitabilmente a invadere l’adiacente parcheggio e a coprire la già scarsa illuminazione del tratto iniziale di via Goffredo Mameli che lo costeggia: questo è attualmente lo stato di assoluto abbandono in cui versa l’ex Zuccherificio di Foligno. Lo scenario sta ormai diventando incredibile quanto ingestibile. La flora continua a crescere e a non essere tagliata, favorendo l’annidamento e la riproduzione di animali selvatici. Costeggiando la rete di notte, infatti, è possibile udire la presenza di rospi e rane e chissà cos'altro. Un’anziana signora, la cui casa è situata a qualche metro di distanza dall’area in questione, si è ritrovata un rettile nel proprio pollaio. Ma c’è anche chi, tra gli abitanti della zona, è disposto a giurare di aver sentito, di notte, addirittura il verso della faina e della volpe. Chissà che la fin troppo scarsa illuminazione non ne favorisca un incontro ravvicinato e certamente indesiderato.
Di questo passo, l’area dell’ex- opificio può benissimo candidarsi a diventare un Bioparco. Senza spese e progetti. Torna in mente il nome profetico di un vecchio gruppo musicale degli anni '70 “Flora Fauna e Cemento”, tale e quale all'Ex-Zuccherificio.