EX OSPEDALE CITTÀ DI CASTELLO: “NON SERVONO PROPOSTE CURIOSE DA PARTE DI CHI GOVERNA COMUNE E REGIONE, MA UN ABBASSAMENTO DELLA BASE D’ASTA” - Tuttoggi.info

EX OSPEDALE CITTÀ DI CASTELLO: “NON SERVONO PROPOSTE CURIOSE DA PARTE DI CHI GOVERNA COMUNE E REGIONE, MA UN ABBASSAMENTO DELLA BASE D’ASTA”

Redazione

EX OSPEDALE CITTÀ DI CASTELLO: “NON SERVONO PROPOSTE CURIOSE DA PARTE DI CHI GOVERNA COMUNE E REGIONE, MA UN ABBASSAMENTO DELLA BASE D’ASTA”

Mar, 25/06/2013 - 12:33

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“Curiosa e goffa manifestazione, quella del Pd tifernate sul futuro del vecchio ospedale cittadino. Perché una presenza di territorio stile 'flash mob' proprio non si addice ad un partito che è maggioranza al Comune e alla Regione e quindi è uno dei principali responsabili della situazione in cui si trova il centralissimo stabile che ospitava il nosocomio tifernate”. Lo afferma il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Fratelli d'Italia).

Per l'esponente del centrodestra è “al limite del grottesco che rappresentanti istituzionali di ogni ordine e grado protestino contro loro stessi e propongano soluzioni astratte, difficili, se non impossibili, da attuare in tempi di crisi. Già, perché uno spazio aperto tecnico-culturale curato da professionisti locali o, peggio, un’azionariato diffuso avrebbero un senso solo in un periodo, dal punto di vista economico, ben diverso. Chi, al giorno d’oggi, potrebbe infatti essere disponibile ad investire risorse in soluzioni lontane nel tempo, considerato che i tempi di ristrutturazione non saranno brevi e per giunta la stessa sarà certamente molto onerosa?
Quanto all'azionariato diffuso, abbiamo visto che fine hanno fatto nel recente passato i tentativi riguardo calcio e pallavolo, dove le belle parole non hanno poi trovato riscontri concreti”.

“Sarebbe invece difficile, ma non impossibile – continua Lignani Marchesani – trovare privati interessati, a cominciare da università estere, ad iniziare da quella di Seattle, che hanno fatto trasparire manifestazioni di interesse per la provincia italiana. Ma la precondizione irrinunciabile è che la base d’asta dovrà sensibilmente abbassarsi rispetto agli attuali quattro milioni e settecentocinquantamila euro, non solo per avere un potenziale mercato, ma anche perché oggettivamente la base (stabilita ormai oltre un anno e mezzo fa e bloccata da conflitti di competenze e da inconcepibili procedure burocratiche) è superata dall'ulteriore degrado cui è stato sottoposto lo stabile, oltre che dall’inasprimento della pressione fiscale sui beni immobili. Ed è su questa leva – conclude – che i partiti di maggioranza devono dunque agire, magari accogliendo il modesto suggerimento che viene dall’opposizione”.

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