Altro colpo di scena nella delicata vicenda dei lavoratori dell’ex Gruppo Novelli che, nella giornata di ieri, hanno appreso dai sindacati confederati che ci sarebbero alcuni elementi che potrebbero far saltare il passaggio ad Alimentitaliani. Il condizionale è d’obbligo, visto che gli stessi sindacati, in una nota congiunta, fanno sapere che “stando a indiscrezioni in nostro possesso, sarebbe in dubbio la legittimità del passaggio del complesso aziendale avvenuto tra il CdA di Gruppo Novelli e la proprietà di Alimentitaliani lo scorso dicembre” – stando a indiscrezioni dunque. Non è chiaro a cosa alludano i sindacati visto che poi proseguono sempre sul campo delle ipotesi: “Se così fosse – si legge ancora nella nota – tali elementi si sommerebbero a un contesto già fortemente critico, che vede di fatto la mancata applicazione dell’accordo quadro sottoscritto dopo una lunga fase di trattative lo scorso 13 aprile”.
Interessati da vicino sono i lavoratori autorganizzati dell’ex Novelli che, dopo aver rotto con i sindacati, sono intervenuti sulla vicenda: “Dopo mesi di incertezze sulla situazione della ex Novelli finalmente la giustizia fa il suo corso. Il curatore fallimentare sarebbe orientato a chiedere la revoca della cessione del Gruppo Novelli a favore dell’azienda Alimentitaliani Srl del gruppo calabrese IGreco. Cessione avvenuta – sostiene il Comitato – sulla base di rassicurazioni fatte dall’amministratore unico circa il mantenimento dei livelli occupazionali, la remissione dei debiti e il rilancio dell’azienda. Ad oggi – in contrasto con le premesse di cui sopra e con quanto dichiarato dall’amministratore unico nell’audizione del 5 giugno in Regione – abbiamo: 35 dipendenti messi in cassa integrazione straordinaria dopo uno sciopero regolarmente indetto dai sindacati, lo stabilimento di Cisterna di Latina chiuso con 20 dipendenti licenziati, 120 dipendenti dello stabilimento di Muggiò in attesa di conoscere il loro destino dopo la dichiarazione di fallimento dell’azienda, mancato pagamento di diverse mensilita degli stipendi, forniture a singhiozzo, contributi non versati. Auspichiamo che la giustizia riporti la correttezza delle procedure in un’azienda che per tanti anni è stata uno dei fiori all’occhiello della nostra regione”.
Nel frattempo sono serrati i contatti tra sindacati e Mise che, tramite il viceministro Teresa Bellanova e del dott. Giampiero Castano, responsabile dell’unità gestione vertenze, stanno cercando di approfondire le circostanze che, secondo il curatore fallimentare, potrebbero bloccare la cessione dell’azienda.