Oltre 3,9 milioni di euro di risparmi chiudendo le porte a 75 lavoratori, risparmi che per 2,1 milioni arriveranno dal taglio degli impiegati. Dopo l’ok – con qualche anomalia – al referendum tra i lavoratori, Alimentitaliani (la nuova proprietà delle società ex gruppo Novelli) inizia a mettere in campo per il taglio alle spese e per il rilancio delle aziende. Il tutto mentre una parte dei lavoratori non ha ancora ricevuto (se non parzialmente) le proprie spettanze, al contrario degli accordi ed in una situazione comunque piuttosto confusionaria.
E tra i primi a vedere gli effetti di tali decisioni ci sono 35 dipendenti amministrativi della sede di Terni, che ieri, al rientro dopo un mese di ferie forzate, hanno ricevuto la comunicazione dell’attivazione della Cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) per loro. Ad ottenere l’ammortizzatore sociale non sono stati tutti i lavoratori ternani, ma soltanto – denunciano sindacati e gli stessi impiegati – coloro che hanno scioperato un mese fa, venendo poi messi in ferie forzate. Un caso? Per crederlo bisognerebbe avere l’anello al naso. E di fatti i lavoratori lamentano di essere stati in questo modo puniti. Anche perché la Cgis a zero ore per un anno – come prevede l’accordo con la Regione Umbria che coinvolge 44 dipendenti all’interno dell’area di crisi complessa e quindi anche ad Amelia – è il preludio al licenziamento. Formalmente l’obiettivo dell’attivazione della cassa integrazione è la futura “ricollocazione dei lavoratori, anche attraverso l’esternalizzazione dei servizi amministrativi e commerciali”, come si legge nella relazione che la Alimentitaliani (gruppo iGreco) ha presentato al Tribunale di Castrovillari nell’ambito del concordato preventivo a cui l’azienda è stata ammessa di recente.
Proprio dalla relazione del giudice Elvezia Antonella Cordasco, che richiama la “prima relazione informativa” della proprietà, si apprendono ulteriori dettagli rispetto al sintetico ‘piano industriale’ che Alimentitaliani aveva presentato al Mise. “La necessità di riequilibrare i conti aziendali ha indotto la Società ad avviare, subito dopo l’acquisto dell’azienda da Gruppo Novelli, un confronto con le organizzazioni sindacali, tendente a raggiungere l’obiettivo della riduzione del costo del personale” spiega Alimentitaliani. E l’intesa raggiunta, diventata definitiva dopo il referendum tra i lavoratori prevede nel dettaglio:
Dei quasi 4 milioni di euro di tagli previsti sul costo del personale per mettere in riequilibrio i conti, oltre la metà riguardano gli impiegati, molti dei quali sono quelli della sede di Terni. Nel dettaglio, su un risparmio finale previsto di 3.937.561,81 euro, i risparmi sulle spalle degli operai sono pari a 797.097,53 euro (di cui circa 235mila per indennità e 561mila per ridondanze). Sul fronte degli impiegati, invece, i tagli sono pari a 2.103.401,34 euro (1,9 risparmi per ridondanze, 187mila euro per indennità). Quanto ai quadri e dirigenti, si parla in totale di circa 1 milione e 60mila euro (409mila euro i quadri, 651mila i dirigenti).
Se nei vari stabilimenti dell’ex gruppo Novelli la situazione sembra tranquilla, in attesa di sviluppi futuri, sul piede di guerra ci sono invece i dipendenti amministrativi di Terni, i più colpiti, in massa (insieme a quelli di Cisterna di Latina) dalle decisioni di Alimentitaliani. E dopo le contestazioni dei sindacati confederali, i lavoratori “autorganizzati” hanno diramato una nota al vetriolo.
“La questione Novelli giunge ad un nuovo tragico capitolo per i lavoratori. Mercoledì mattina sono arrivate le prime notifiche della CIGS, la cassa integrazione per un anno, che di fatto – sostengono – è il preludio al licenziamento per quei lavoratori che avevano scioperato chiedendo il rispetto degli accordi con cui è stata consegnata l’importante azienda alimentare ad 1 euro alla famiglia Greco a fronte dell’impegno a mantenere i livelli occupazionali ed evitare licenziamenti. Sono passati neanche cinque mesi e l’impegno è stato disatteso con la formalizzazione di 75 licenziamenti legittimati dagli accordi firmati al Mise (13 aprile) e alla Regione Umbria (5 maggio) dalla nuova proprietà e dai sindacati confederali.
Ora accade quello che in un territorio come Terni, in una città operaia ed industriale non avremmo mai pensato potesse accadere. La ex Novelli, oggi Alimentitaliani srl sta licenziando per rappresaglia chi ha scioperato, non ha chinato il capo, chi ha rivendicato diritti costituzionalmente garantiti per tutti”. Licenziamenti che in realtà sono ancora lontani, né messi neri su bianco da alcuna parte, ma che secondo la nota dei lavoratori ternani nei fatti sono strutturati su due passaggi: “il primo è stato quello dalle ferie forzate, imposte a coloro che si accingevano a rientrare al lavoro dopo aver scioperato per otto giorni contro i licenziamenti annunciati, l’attacco ai diritti acquisiti, al salario di tutti i lavoratori. Il secondo è iniziato mercoledì mattina con la notifica della cassa integrazione speciale a agli stessi lavoratori che, dopo le ferie imposte, sarebbero dovuti rientrare al lavoro. Questa CIGS porterà tra un anno al licenziamento di quei lavoratori che avevano scioperato. Sono infatti loro che la proprietà ha deciso arbitrariamente e in maniera assolutamente discriminatoria di espellere dall’azienda. Non è accettabile un attacco così pesante a lavoratori che hanno scioperato per i diritti di tutti”.
“Facciamo appello – concludono – alle forze sindacali, politiche, culturali della città, agli altri lavoratori, ai cittadini ed alle istituzioni di rompere questo assordante silenzio, di contrastare questa inaccettabile deriva padronale e di prendere una chiara posizione contro questo intollerabile attacco ed alla dignità di chi lavora, a quei diritti garantiti dalla Costituzione. Evitiamo di creare, nel nostro territorio, un pericoloso precedente”.
Dalla parte dei dipendenti si schiera l’Usb, unione sindacale di base. “Il referendum di due settimane fa – evidenzia – mette in evidenza il fatto che l’accordo siglato per la ex Novelli non piace a quasi la metà dei lavoratori. Del resto, le criticità sono innumerevoli:
Assistiamo ora al commissariamento del gruppo Novelli, per fallimento, con la presa in carico del concordato da parte del gruppo legato alla famiglia Greco, che già si sta adoperando per lo scorporo delle attività economicamente interessanti da quelle considerate improduttive”.
L’Usb contesta non solo la “ristrutturazione produttiva che passa per la chiusura di tante piccole e medie aziende” a livello nazionale, ma anche il comportamento dei sindacati confederali, anche nella gestione della vertenza Novelli, “separando e contrapponendo operai ed impiegati, separando gli stabilimenti e non costruendo invece una lotta unica di tutto il gruppo! Strategia messa in atto per indebolire la vertenza e che si è palesata anche con il fatto che i lavoratori sono stati chiamati a pronunciarsi sull’accordo in fretta e furia ed in maniera separata! E’ la prima volta inoltre che si mettono in ferie forzate i lavoratori che sono in sciopero! Siamo arrivati al paradosso che chi sciopera e difende i propri diritti viene inteso come pericoloso ed inserito tra i cassaintegrati. Questo è per noi inaccettabile!”. E per cercare di arginare la situazione, l’Usb punta sulla “lotta e l’auto organizzazione! L’Usb è, come sempre, al fianco dei lavoratori. Costruiamo insieme il comitato di lotta del gruppo ex Novelli!”.
Intanto il caso è finito al Senato. Il senatore della Lega Nord e segretario per la regione Umbria, Stefano Candiani, ha infatti letto in Senato il documento integrale inviato dai lavoratori auto-organizzati della Ex-Novelli che avevano scioperato e ai quali sono state recapitate le notifiche della cassa integrazione per un anno che, di fatto, preludono al licenziamento. “La situazione che si è creata ha superato il limite – ha aggiunto Candiani intervenendo in Senato– Questi sono i risultati di politiche sbagliate sul lavoro. Noi a queste cose ci opponiamo, facciamo nostro il documento dei lavoratori della Ex Novelli e saremo al fianco di questi lavoratori per difendere il loro diritto e quello degli altri operatori del gruppo Novelli che la proprietà sta assolutamente discriminando e comprimendo. Su questa vicenda siamo intenzionati ad andare fino in fondo e per questo siamo pronti a collaborare fattivamente con chiunque condivida questo obiettivo, a partire da chi tra le altre forze politiche non si rassegna e si oppone a un’Umbria depredata e svenduta”.
(aggiornato alle 15)