“Esprimo grande soddisfazione per l’accoglimento di una mia pressante richiesta di attenzione sull’area della ex Merloni che ufficialmente è stata inserita nelle linee programmatiche regionali inviate al Governo per comporre il Piano di Recovery Fund”. Ad affermarlo l’onorevole Virginio Caparvi, al margine della presentazione delle proposte umbre per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
“Grazie al lavoro fatto dalla Giunta regionale, in particolare dalla presidente Donatella Tesei e dall’assessore Michele Fioroni, insieme agli esponenti dei partiti, agli Enti locali e alle parti sociali, dopo tanti anni finalmente si passerà ad un progetto vero di reindustrializzazione che prevede la ripresa occupazionale su Nocera Umbra e sulla fascia appenninica, duramente colpita dalla crisi della Ex Merloni e poi dal fallimento della Indelfab. Sto inoltre sollecitando, per il tramite del Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, il rifinanziamento dell’accordo di programma le cui risorse sono esaurite“.
“È necessario tenere aperti quanti più canali possibili per aumentare le capacità attrattive della fascia appenninica. Non è secondario rimettere al centro dell’attenzione anche l’estensione territoriale dell’accordo di programma che in passato, erroneamente, è stato generosamente allargato a territori che non hanno per nulla subito la crisi Merloni e, ciononostante, hanno beneficiato di soldi pubblici”.
“Lo sviluppo dell’Umbria passerà attraverso il rilancio e la industrializzazione di aree di crisi, tramite un percorso di specializzazione economica, sostenibile e innovativo che vedrà proprio nell’area Ex Merloni un distretto focalizzato sui micro e nano materiali. Il riuso dei materiali – spiega l’onorevole Caparvi – ci svincola dalla cieca convinzione che l’area debba rimanere legata al settore del “bianco”, quando ormai la crescita economia guarda con urgenza al tema della sostenibilità e della economia circolare, settori su cui esistono numerosi investitori e grandi possibilità di finanziamento. La tenuta occupazionale è il tema nazionale del prossimo decennio e le aree interne, che tanto hanno dato negli anni passati, non possono rimanerne fuori“.