Si è parlato anche della situazione del complesso dell'ex fornace durante l'ultima seduta di Consiglio Comunale. In risposta ad un'interpellanza del capogruppo del Prc- PdCi Galmacci, il vicesindaco Marco Locchi ha fatto il punto della situazione, illustrando in particolare quanto nel merito è di competenza dell'Amministrazione Comunale.
“Il piano attuativo denominato la Fornace è stato avviato nel 2005 ed ha durata di dieci anni, quindi il termine è previsto per il 2015.- ha spiegato Locchi – La società attuatrice, “La Fornace srl”, ha rispettato tutti gli obblighi fissati dalla convenzione in ordine alla realizzazione dei pagamenti degli oneri concessori per l’edificazione dei fabbricati, al pagamento delle indennità di esproprio dovute ai soggetti privati per la realizzazione della nuova bretella stradale, alla realizzazione della bretella medesima e alla realizzazione delle opere di urbanizzazione del comparto. Nel 2008 poi la società ha apportato il complesso immobiliare nel fondo comune di investimento denominato “Diaphora 1” di “Raetia s.g.r.” che è diventata quindi proprietaria degli immobili. In relazione allo stato attuale dei fabbricati, sono state depositate le richieste di agibilità dei singoli edifici ma risultano ancora da integrare alcuni certificati di conformità e collaudo che impediscono di fatto il rilascio dell'agibilità.
L’Amministrazione, nell’ambito delle proprie funzioni e possibilità, nel corso dei mesi ha cercato, non senza difficoltà, di sollecitare la società “Raetia s.g.r.” alla rapida conclusione delle pratiche amministrative ma la natura privatistica dell’intervento e la configurazione del fondo immobiliare non consentono di stabilire quando sia possibile prevedere l’utilizzo degli immobili.
Ad oggi l'Amministrazione Comunale ha obbligato la società proprietaria degli immobili ad adottare alcuni accorgimenti volti alla tutela della sicurezza come la chiusura degli accessi ai locali interrati e l'attivazione di un servizio di vigilanza notturno, al fine di scongiurare problemi di ordine pubblico e limitare gli atti di vandalismo, ma non è comunque nelle facoltà dell’Amministrazione intraprendere azioni di forza di qualsiasi natura, non essendovi ragioni oggettive, nei confronti della proprietà. La requisizione del complesso, come chiesto dal consigliere Galmacci, è prevista per legge solo nei casi di grave necessità pubblica, presupposti che non sussistono per quanto riguarda il caso specifico, pur riconoscendo un problema di emergenza abitativa legata alle difficili condizioni economico-sociali generali, tanto più che la stessa giurisprudenza in materia esclude tale casistica dalla possibilità di requisizione”.
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