L’accordo di cessione del terreno dove è stato realizzato il maxi parcheggio della Posterna non fu mai perfezionato e, dopo un contenzioso durato oltre 10 anni, la Cassazione ora ha dato ragione alla Findem. Con il Comune di Spoleto che dovrà sborsare alcune centinaia di migliaia di euro.
A chiudere l’annosa vicenda – che si incastra con i numerosi contenziosi relativi all’area dove poi è sorto il cosiddetto ‘ecomostro’ – è stata la Prima sezione civile della Suprema corte il 10 luglio scorso, rigettando il ricorso del Comune di Spoleto (difeso dall’avvocato Alessandro Formica) nei confronti della Findem (rappresentata dall’avvocato Rocco Baldassini), la società che nei primi anni 2000 cedette il terreno di via Interna delle Mura all’ente pubblico per poter dare avvio ai progetti del primo stralcio della mobilità alternativa.
Una vicenda tutta concatenata alla realizzazione del doppio palazzo della Posterna (il ‘mostro delle mura’ come venne poi bollato) ritenuto illegittimo dalla magistratura e su cui pende ormai da diversi anni un ordine di demolizione da parte della Corte d’appello di Firenze. L’accordo pubblico – privato ideato 24 anni fa prevedeva la cessione da parte della Findem di Francesco De Megni del terreno di 2.214 mq tra via Posterna e via Interna delle Mura al Comune di Spoleto per realizzare il parcheggio a servizio del primo stralcio della mobilità alternativa, in cambio della volumetria necessaria a realizzare un edificio privato di circa 15mila metri cubi. Volumetria che poi in gran parte è stata ritenuta illegittima dalla magistratura, innescando una serie di contenziosi tuttora pendenti. Come quello della società Madonna delle Grazie, per il quale si attende la sentenza del Consiglio di Stato, relativo alla richiesta di sanatoria dell’immobile.
A trascinare in tribunale il Comune di Spoleto, come detto, anche la Findem per il terreno ceduto ma il cui esproprio non era stato mai perfezionato. Un ricorso inizialmente presentato davanti al Tar che aveva però rinviato la vicenda al tribunale ordinario. E così, dopo i primi due gradi di giudizio, la Cassazione ha confermato il giudizio della Corte di appello di Perugia del 2020 che aveva dato ragione alla società di De Megni.
Il Comune, dunque, dovrà pagare l’indennità di esproprio per l’area, a titolo di acquisizione sanante, già determinata in appello, pari a 282.316,43 euro, “accertando il diritto della Findem all’indennizzo per il pregiudizio non patrimoniale in misura del 10% di tale indennità; all’aumento dell’indennità di esproprio spettante in misura del 10% dell’indennità suddetta; all’indennità per occupazione senza titolo dell’area, a decorrere dal 25.6.2005 alla data del decreto (1.6.2016) nella misura del 5% annuo dell’indennità di esproprio”.
Parcheggio Posterna, l’affondo di Grifoni
Una sentenza su cui interviene duramente il consigliere comunale di minoranza Sergio Grifoni. Di seguito la sua nota: “La Corte di Cassazione, con sentenza dello scorso dieci luglio, ha respinto in via definitiva il ricorso presentato dal Comune di Spoleto, avverso alla sentenza emessa precedentemente dalla Corte di Appello di Perugia, con la quale si intimava al Comune stesso il pagamento della indennità stabilita per l’esproprio dell’area del parcheggio della Posterna, già proprietà della società FINDEM srl.
La motivazione sembrerebbe essere il non luogo a procedere poiché il Comune di Spoleto, non avrebbe depositato, contestualmente al ricorso, copia autentica della relazione di notificazione della sentenza impugnata. Non solo quindi ora il Comune dovrà corrispondere la suddetta indennità consistente in centinaia di migliaia di euro, oltre agli interessi nel frattempo maturati e che matureranno, ma dovrà anche far fronte alle varie spese processuali.
Tutto questo perché non ci si è mai, e dico mai, voluti mettere intorno ad un tavolo per trovare una bonaria soluzione con gli interessati.
A fine dicembre del 2021, presentai una interpellanza in proposito, ricostruendo tutta la vicenda legata al cosiddetto Ecomostro, chiedendo testualmente al Sindaco : “Quali azioni concrete l’Amministrazione Comunale intende mettere in atto per poter risolvere, una volta per tutte, la vertenza in parola che, se non definita, potrebbe significare un danno economico non indifferente per il Comune.”
La risposta fu che si stava lavorando per addivenire a questa soluzione e che il Comune si sarebbe fatto parte diligente per convocare i soggetti chiamati in causa.
Quanti incontri ci sono stati a tal proposito? Nessuno!!!!!!! Ed ora siamo arrivati a questo epilogo, dovendo far fronte alla corresponsione della cifra indicata, diventata imperativa ed esecutiva. Chi paga??? Noi cittadini, ovviamente!!!!”