Prosegue in Umbria, come nel resto d’Italia, la vaccinazione anti Covid, anche con il vaccino Astrazeneca. Anche se tra il personale interessato in questa fase dalla vaccinazione in qualcuno c’è timore, dopo il ritiro del lotto ABV2856. Un centinaio le dosi rimaste in Umbria e sequestrate dal Nas, mentre sono circa 3700 sono quelle somministrate, soprattutto tra insegnanti e forze dell’ordine.
Una poliziotta, che aveva accusato un malore dopo essere stata vaccinata con una dose dal lotto poi sequestrato, è stata trasferita precauzionalmente all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. Ma le sue condizioni non desterebbero preoccupazione. Per il resto, nei soggetti che hanno ricevuto il vaccino di Astrazeneca febbre (anche alta), dolori muscolari e in qualche caso vomito. Effetti collaterali comunque previsti.
Alcuni dei soggetti ai quali è stato inoculato vaccino dai lotti sospesi sono stati chiamati per effettuare esami doppler per verificare eventuale anomala coagulazione del sangue. Come per le tre morti sospette avvenute in Sicilia, sulle quali le rispettive Procure stanno indagando.
Ma alla maggior parte delle persone che hanno utilizzato il siero Astrazeneca dal lotto sospeso non sono state date indicazioni. Qualcuno ha chiamato per sicurezza il proprio medico curante, ricevendo rassicurazioni. del resto, dalle prime vaccinazioni fatte con le dosi di quel lotto sono passate due settimane in Umbria.
“I ritiro di un lotto – spiega il commissario Covid Massimo D’Angelo – non costituisce un’inibizione assoluta all’intera produzione di vaccini della ditta Astrazeneca. E pertanto, allo stato delle evidenze scientifiche disponibili, non risulta alcuna condizione tale da modificare le caratteristiche di sicurezza di questa tipologia di vaccino, che può quindi continuare ad essere somministrato alle categorie di soggetti per le quali lo stesso è indicato”.
A seguito della segnalazione di Aifa, inerente il divieto della somministrazione dello specifico lotto ABV2856 di vaccino anti Covid-19 AstraZeneca, la Regione Umbria ha immediatamente provveduto giovedì pomeriggio al ritiro delle dosi residue dello stesso, mettendole a disposizione dell’autorità competente.
“Ad oggi – prosegue D’Angelo – come evidenziato nel comunicato AIFA n. 632 dell’11 marzo 2021, non sussiste nessun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e gli eventi avversi verificatisi nel territorio nazionale. Il numero di episodi trombo-embolici segnalato nella Comunità europea, su 5.000.000 di pazienti vaccinati con il vaccino Astrazeneca è, al 10 di marzo, di 30 casi, pari allo 0,0006 per cento della popolazione vaccinata. Questa percentuale di casi non è superiore a quella che si riscontra normalmente nella popolazione non vaccinata”.