Città di Castello

Erba sintetica antistadio, tre mesi dopo arriva dissequestro “Mai diventata rifiuto”

E’ arrivata in questi giorni l’ufficialità del dissequestro – da parte del Pm Marco Dioni -, dell’erba sintetica dell’antistadio del “Buitoni” di Sansepolcro.

Il caso, scoppiato nel maggio scorso, aveva riguardato rotoloni di manto erboso sintetico che ricoprivano il campo sportivo, rimossi per essere sostituiti. Un’azione quest’ultima che provocò l’intervento dei carabinieri forestali, che apposero i sigilli ai grossi rotoli giudicando scorretto il comportamento tenuto dal Comune, volendo accertare presunti reati ambientali.

Dalle indagini era infatti emerso che gran parte della “vecchia” erba sintetica del campo sportivo era stata “stoccata” in 4 diverse zone del territorio in attesa di un futuro riutilizzo. Cosa vietata secondo i forestali, anche alla luce del tipo di materiale impiegato, ritenuto un rifiuto speciale.

Oggi però è stato accertato che la parte di erba rimossa a suo tempo e destinata al riutilizzo non è mai diventata un rifiuto, come sostenuto inizialmente dalla forze dell’ordine. Il materiale fu anche sottoposto ad accurate analisi che non riscontrarono valori anomali. Parte di questa erba è stata poi correttamente smaltita come rifiuto perché non riutilizzabile mentre per l’altra, la più corposa in percentuale e di migliore qualità, è stato stabilito il riutilizzo in altre aree di proprietà pubblica come giardini e aree verdi delle scuole.

“Quando ci fu notificato il sequestro del materiale procedemmo subito con l’istanza di dissequestro – hanno dichiarato il sindaco Fabrizio Innocenti e il vice Riccardo Marzi che in questi giorni il magistrato ha accolto, notificando il provvedimento sia all’ufficio ambiente comunale sia al titolare dell’impresa che aveva provveduto alla rimozione dell’erba sintetica. Si va ora nella direzione dell’archiviazione del caso, il che testimonia il nostro corretto comportamento, la nostra buona fede e la volontà di riutilizzare parte del materiale rimosso ad uso della collettività”.