Un’analisi in notturna, lo scorso fine settimana, ha permesso ad una equipe di studiosi e restauratori di riportare alla luce, con l’ausilio delle cosiddette lampade di Wood, alcuni brani dell’iscrizione nascosta dal tempo nella “Madonna del Belvedere”, uno dei più belli ed enigmatici lavori del maestro eugubino Ottaviano Nelli.
Da tempo, infatti, gli storici dell’arte si erano accorti che la trabeazione pittorica che delimita l’affresco, conservato presso la chiesa di Santa Maria Nuova (Gubbio), celava una lunga iscrizione in gotico, su ben due righi, realizzata con un pigmento pittorico bianco purtroppo quasi del tutto perduto.
Proprio queste tracce sono state oggetto della lunga analisi di sabato notte (27 febbraio), e i risultati di questa operazione verranno resi noti nell’ambito della mostra “Oro e colore nell’Appennino. Ottaviano Nelli a Gubbio”, che la Direzione Regionale musei dell’Umbria sta organizzando in collaborazione con Comune e Diocesi per l’autunno 2022, per la cura scientifica di Andrea De Marchi (Università di Firenze) e Maria Rita Silvestrelli (Università Stranieri di Perugia). Ad accompagnare i curatori della mostra, sabato scorso, c’erano il sindaco Filippo Stirati e l’assessore alla Cultura Giovanna Uccellani.
Un grande progetto artistico-culturale quello che si sta compiendo tra Gubbio e Fabriano, altra città pronta ad accogliere la mostra nel 2022, nel segno di quel legame umbro-marchigiano – spiega il sindaco Stirati – “che, insieme al progetto federiciano, rinsalderà i nostri forti legami storici, politici e istituzionali con le Marche. Due grandi progetti culturali, quelli che faremo partire nel segno di Ottaviano Nelli e di Federico da Montefeltro, sui quali stiamo lavorando per dare un grande segnale di rilancio e di rinascita”.