Per essere in piedi e muoversi il primo elemento che occorre al corpo è l’elasticità, quella forma di elasticità che serve per relazionarsi con gli elementi interni ed esterni al corpo, determinando così l’equilibrio dinamico.
L’equilibrio dinamico è quindi definito come la risultante neutra di infinite direzioni di movimento nello spazio.
Possiamo pensare che il corpo si possa muovere in tante possibili direzioni dello spazio tridimensionale reale e maggiori saranno le conoscenze di movimento nelle più varie direzioni tanto più il nostro equilibrio dinamico sarà efficiente.
Efficiente come l’albero che per avere il proprio equilibrio rispetto alla gravità o al vento ha bisogno delle radici per rimanere in equilibrio.
L’equilibrio dell’albero è direttamente proporzionale all’orientamento a 360° delle radici, avendo così la possibilità di far fronte a venti che soffiano da tutte le direzioni.
Le differenze tra l’albero e l’essere umano sono la capacità di muoversi rispetto allo spazio esterno dell’uomo e la natura delle radici.
L’uomo è come l’albero che è emerso dalla terra con tutte le radici per muoversi nello spazio.
Le radici si sono così trasformate negli arti inferiori, avendo nei piedi la parte finale di queste per assolvere alla funzione di equilibrio e movimento.
Tanto maggiore è la capacità dei piedi con le dieci dita di coprire i 360° ideali tanto più efficiente sarà l’equilibrio dinamico del corpo.
Nel corso della vita la tendenza è perdere elasticità in una o più direzioni dello spazio, questo determina un movimento che non é più fisiologico, ma si deve adattare alle nuove caratteristiche elastiche del corpo.
Questo avviene spesso lentamente con cattivi, eccessivi o scarsi usi del corpo, che determinano alterazioni elastiche in vari suoi distretti.
“estratto dai lavori delle Officine del Movimento”
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