Enrico Fiorelli avrebbe compiuto oggi 50 anni. Viveva a Gaifana, in Umbria. Amava l’astronomia e gli animali, i cani in particolare con quali lavorava da 12 anni, al Rifugio per randagi di Gualdo Tadino.
“Enrico era l’uomo più buono del mondo”, così lo ricorda il fratello Marco, mentre ci racconta di quel “gigante buono”, che è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari lo scorso 16 febbraio. Queste le parole di amore fraterno che continueranno a parlare di lui.
“Enrico appassionato di Astronomia. Passa molto tempo a leggere le riviste che trattano i temi delle nuove scoperte scientifiche, delle difficoltà che si potrebbero incontrare nel cercare di portare l’uomo ad esplorare i pianeti del nostro Sistema Solare.
Enrico appassionato di Astronomia. Utilizza il suo computer per visualizzare i documentari che acquista, con le animazioni degli astri, le ricostruzioni dei paesaggi marziani, l’atmosfera di Idrogeno ed Elio di Urano, l’orbita eccentrica ed i ghiacci di Plutone.
Enrico che utilizza il suo Telescopio riflettore newtoniano per guardare i crateri della Luna. Quando il cielo è terso. Quando non fa né troppo freddo, né troppo caldo. Quando non c’è vento. Quando la Luna è al primo quarto e le ombre sono lunghe.
Enrico che è possibilista sulla vita nell’Universo. Perché, da qualche parte nel Cosmo, non dovrebbero esistere altri esseri viventi?
Enrico che non si perde un film di Fantascienza. Enrico che è affascinato dalle antiche Civiltà. Le Piramidi, le tavolette sumere ed il decimo Pianeta. Enrico che sogna un diverso mondo possibile.
Enrico bravo a fare i conti a mente. Enrico che si ricorda il miglior tempo sul giro dello scorso gran premio, mentre spera di vedere un bolide rosso in prima fila. Enrico che non perde una gara di motociclismo. Che scrive ai Giornalisti sportivi per dire che, secondo lui, quest’anno la macchina è più snella e filante.
Enrico che ha fatto il mio stesso percorso di studi, e si è diplomato con voti più alti dei miei.
Enrico che sa come trattare gli animali. Che riesce a rendere docili i cani più aggressivi. Enrico che porta a casa una femmina di Spinone italiano, maltrattata per anni ed abbandonata. Per donargli quall’amore che non ha mai avuto. Enrico che riesce a prendere in braccio i gatti che arrivano a casa per qualcosa da mangiare.
Enrico che ha i miei stessi valori. Il lavoro non è solo un mezzo per guadagnarsi da vivere, ma anche un bene che permette di realizzarsi, di esprimere la propria personalità. Enrico che soffre nel vedere le ingiustizie.
Enrico che non vuole vivere di sussidi. Enrico che chiede solo una mansione sostenibile, un impiego che gli permetta di esprimere le sue qualità, la sua passione per gli animali, ed una retribuzione dignitosa.
Enrico che vive in una Regione meravigliosa, l’Umbria. Aria buona, cibo sano, magnifico contatto con la natura, con i boschi di Pino, con il silenzio, con l’odore della pioggia.
Enrico che, un sabato, … decide di lasciarmi per sempre.
Enrico era mio Fratello”.
(Ricordo di Marco Fiorelli)