Elia Alunni Tullini, classe 1986, è un artista che esprime la sua arte con la scultura. Un percorso particolare il suo, che lo ha portato la sua arte fino a Londra, alla Biennale d’arte contemporanea. Unico umbro in concorso. Un artista ‘contestatore’, che non perde occasione di mettere in evidenza le contraddizioni della modernità.
“L’arte è un viaggio introspettivo – dice – Sono una persona che contesta i giorni d’oggi, perché l’arte è una introspezione e attualmente l’introspezione non è molto ben vista, tanto più in un mondo veloce. L’arte però è filosofia applicata e noi cerchiamo di stimolare la società a riflettere“.
Elia si affaccia al lavoro ‘manuale’ con i nonni, artigiani. I genitori invece sono ‘intellettuali’, insegnanti e dipendente d’azienda. Lui fonde questi due mondi e mette in campo opere impegnate e piene di significato. Da poche settimane l’esperienza della Biennale: “Anche se si vive a Foligno, o in una realtà piccola, è fondamentale poter spostarsi. I viaggi – racconta – mi hanno fatto rendere conto di quanto la velocità delle grandi città si concili poco con il mio pensare. Oggi, con la tecnologia, anche se sono a Foligno, con il cellulare posso essere ovunque“.
Quello che Elia sottolinea dunque è la contestazione, ma anche la necessità di un approccio corretto alla modernità: “L’opera di Londra si chiama Involucro e vuole creare scompiglio. Voglio esprimere l’allarme di fronte al fatto che l’aspetto umano è stato messo da parte. La malagestione della tecnologia ha portato a disumanizzare l’uomo. Con le rivoluzioni industriali l’uomo e la macchina si mettono in competizione. Bene la tecnologia, quando è usata al servizio dell’uomo”.
L’opera è di cemento armato, emblema – dice Elia – degli ultimi 100 anni.