La partita delle candidature tra decisioni già prese e aspirazioni sondaggi alla mano | Per la Camera spunta Rossi dietro alla Ascani
Il Pd umbro prepara le proposte per le candidature alle elezioni politiche. Anche se i posti sicuri, quelli dei capilista per Senato e Camera, risultano già occupati.
Verini e Ascani
Il primo da Walter Verini, terza carica nazionale del partito in qualità di tesoriere. Un ruolo che, sulla base di quanto stabilito dall’ultima Direzione del partito, fa scattare automaticamente la deroga al limite dei mandati. La frequenza con cui Verini appare in questi giorni sulle tv nazionali, per manifestare la posizione dem sugli argomenti di attualità, del resto, non lascia spazio a improbabili interpretazioni di segno contrario.
La lista per la Camera sarà guidata da Anna Ascani, sottosegretario allo Sviluppo economico nel Governo Draghi e già viceministro all’Istruzione con Conte. E vice presidente dell’Assemblea nazionale del partito. Il Pd umbro, dunque, sarà rappresentato da due esponenti altotiberini. Cosa che ha creato più di un mugugno qua e là per l’Umbria.
La “territorialità”
E la “territorialità” che compare tra i quattro criteri (gli altri sono “pluralità, contenuti e competenza“) indicati dalla Direzione regionale del partito riunita alla festa de l’Unità di Terni? Quella sarà garantita ovviamente dal resto dei nomi, scendendo le due liste. Dove però, secondo i sondaggi, l’unico posto buono per provare a staccare un biglietto per Roma potrebbe essere quello dietro la Ascani. Ed è quella la candidatura su cui si è aperta la vera partita in Umbria. Anche se, per renderlo veramente buono, il Pd dovrebbe fare un exploit e sperare nel conteggio dei resti, sperando anche nel flop altrui.
Dietro ad Ascani spunta Rossi
Un posto verso il quale la vice ministro Marina Sereni sta spingendo Gianluca Rossi, medico ternano già parlamentare e assessore regionale. Un nome dall’Umbria sud, per riequilibrare lo sbilanciamento verso la parte nord della regione.
Un altro nome possibile – in omaggio al criterio della pluralità – è quello di Sauro Cristofani, che in qualità di segretario comunale di Perugia era presente alla Direzione ternana. Insieme ai componenti eletti e ai rappresentanti delle istituzioni (Marina Sereni, Anna Ascani, Donatella Porzi, Fabio Paparelli), e agli altri segretari territoriali Pierluigi Spinelli (Terni), Stefano Vinti (Trasimeno), Claudia Ciombolini (Assisi) e Fabio Svizzaretto (Narni). Cristofani, ai tempi del prolungato commissariamento, è stato tra i principali oppositori di Verini. Poi, il nuovo corso della Segreteria Bori, ha portato a cercare alleanze per coprire l’area centrista del Pd.
Da Roma Letta vorrà comunque evitare che qualche posto incerto possa finire tra coloro che poi, magari, può ritrovarsi nel partito di Renzi.
Bori: al nazionale porteremo una proposta all’altezza
Il segretario regionale Tommaso Bori ha ricevuto dalla Direzione umbra il mandato a individuare, insieme ai rappresentanti dei territori, la rosa dei nomi per le candidature. “Partendo dal rispetto del regolamento nazionale e dello statuto“, si legge nella nota del partito.
“Alla Segreteria nazionale – sottolinea Bori – porteremo una proposta all’altezza delle grandi sfide che ci attendono, guardando alle competenze e ai contenuti, rispettando la pluralità che fa del Pd una grande casa democratica e la territorialità che sostiene rappresentatività e radicamento. Siamo pienamente consapevoli della grande responsabilità che portiamo sulle spalle e siamo pronti a fare la nostra parte con serietà, passione e visione”.
Le candidature per l’uninominale
Discorso a parte è quello dei tre seggi (due alla Camera e uno al Senato) che si assegnano in Umbria con le sfide uninominali. Un confronto che al momento appare proibitivo, tanto più dopo la rottura con il Movimento 5 stelle, comunque accreditato intorno al 10%. Di fronte a un altro possibile cappotto (l’altra volta finì 5-0 per il centrodestra), il Pd si trova al bivio tra due possibili scelte: chiedere comunque a figure di spicco di candidarsi, per provare almeno a reggere il confronto; puntare su nomi emergenti, che non hanno timore di mettersi in gioco. E che confidano in una sorpresa dalle urne, magari provando a evocare ancora lo spauracchio di una deriva a destra nella ex regione rossa. Ma questa è una partita che si gioca soprattutto a Roma, a cominciare dalla definizione del quadro delle alleanze.