L’accordo tra i leader nazionali del centrodestra sulla suddivisione nei collegi uninominali porta anche in Umbria a fare i conti in vista della presentazione delle candidature. Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi – insieme agli alleati minori – hanno definito i numeri, sulla base della forza attribuita a ciascuna formazione dai sondaggi. Dei 221 posti a disposizione per le sfide dell’uninominale, Fratelli d’Italia avrà 98 candidati, la Lega 70 e Forza Italia (insieme all’Udc) 42. Gli altri 11 posti sono per Noi con l’Italia più Coraggio Italia.
Occhi puntati, ovviamente, oltre che sui numeri, sulla “qualità” dei collegi da assegnare. Perché a seconda che la sfida in quel collegio sia data, sondaggi alla mano, per agevole o proibitiva, essere candidati all’uninominale può significare o un ingresso sicuro in Parlamento o una probabile bocciatura. E in questo secondo caso, meglio essere inseriti nei primi posti della lista per il proporzionale, con cui si assegnano i due terzi dei seggi. Che dopo la riforma costituzionale saranno il numero minimo da quando esiste la Repubblica: i deputati passano infatti da 630 a 400, i senatori da 315 a 200. E la sfida per un posto al sole in lista, all’interno del proprio partito e della coalizione, può essere ancora più accesa rispetto a quella elettorale vera e propria con gli altri schieramenti.
Una sfida, la prima, che si giocherà nella calura agostana. Entro il 22 agosto (dopo la presentazione dei simboli prima di Ferragosto) vanno infatti depositate le liste. Per avviare ufficialmente la campagna elettorale sino alle elezioni del 25 settembre.
Si restringe di molto la coperta parlamentare anche in Umbria. Dove rispetto agli attuali 16 parlamentari (a cui si aggiunge la 17esima, la pentastellata Emma Pavanelli), a Roma andranno solo in 9: 6 alla Camera e 3 al Senato. E non è detto che siano tutti umbri…
Due posti alla Camera di assegneranno con le sfide uninominali. Due i collegi: Umbria 1 (che unisce la provincia di Terni, lo Spoletino, il Ternano, Todi e il Trasimeno sud) e Umbria 2 (l’Altro Tevere, il Perugino, l’Assisano, l’Eugubino Gualdese, Marsciano e i comuni di Tuoro, Passignano e Magione al Trasimeno). Per il posto al Senato c’è un solo collegio regionale.
Per gli altri 4 posti da deputato e 2 da senatore varranno i voti raccolti dalle singole liste al proporzionale. Dal cui risultato, sempre in base all’accordo Meloni – Salvini – Berlusconi, in caso di vittoria del centrodestra si deciderà anche il nome del prossimo premier.
In Umbria, sondaggi alla mano, i posti del proporzionale dovrebbero contenderseli FdI, Pd e Lega. Quanto alle candidature al proporzionale – dove l’altra volta fu cappotto del centrodestra – l’esiguità dei posti a disposizione nella piccola regione non consentirà di rispettare la proporzionalità decisa a livello nazionale. Con i tre partiti maggiori che dovrebbero posizionare uno sfidante a testa. Ma oltre a partecipare alle sfide, come detto, occorre anche sapere dove si viene spinti a battagliare con gli avversari del centrosinistra.
La Lega pare destinata al Senato. E Riccardo Augusto Marchetti, in virtù dei suoi ottimi rapporti con Salvini, dovrebbe avere la chance di giocarsi la riconferma, magari cambiando aula del Parlamento. Da Nocera Umbra vaglia la situazione il segretario Virginio Caparvi, insieme a Valeria Alessandrini.
Per la Camera, la scelta dei territori da suddividere tra Fratelli d’Italia e Forza Italia farà sciogliere, a cascata, i nodi anche sui possibili candidati della coalizione. In casa azzurra Raffaele Nevi (fedelissimo di Tajani) e Fiammetta Modena sono molto legati ai rispettivi territori, Terni e Perugia. Diversa la situazione in FdI, dove il coordinatore Franco Zaffini (spoletino divenuto perugino) può “muoversi” in entrambe le aree dell’Umbria, mentre Emanuele Prisco è ovviamente molto più a suo agio intorno al capoluogo. Anche se i numeri di cui è accreditato pure in Umbria il partito di Giorgia Meloni rendono appetibile pure la lista del proporzionale, se si è in cima.