Ci sono gli aumenti dei prezzi, e in particolare le contromisure agli aumenti dei costi per l’energia, al centro delle risposte che le piccole e medie imprese, anche in Umbria, si attendono dalla politica. Impreea costrette a vivere una situazione di vera emergenza che, come era prevedibile, è diventata il tema centrale, pur nelle sue varie declinazioni, del confronto con i candidati locali alle elezioni politiche promosso da Confimi Industria Umbria.
Un’associazione, ha rivendicato nel suo intervento iniziale il presidente Nicola Angelini, che rappresenta realmente le istanze della piccola industria e non i grandi gruppi industriali, come altre organizzazioni datoriali, ha sottolineato. Angelini ha ribadito che proprio la piccola e media impresa rappresenta “il vero tessuto economico e produttivo italiano”. Pmi che però oggi sono messe a dura prova, appunto, dagli aumenti dei costi di produzione, trainati dai rincari energetici. Frutto, ha detto Angelini, di decisioni non prese negli anni passati, a proposito delle politiche energetiche del Paese. Ma oggi anche della speculazione.
Temi nazionali, calati però anche sulla realtà produttiva locale, anche nel documento-manifesto che Comfimi Industria Umbria ha presentato ai candidati. Con proposte in materia fiscale, edilizia, salario minimo, digitale. E poi le problematiche specifiche del settore della meccanica, della sanità, delle materie plastiche. Le piccole e medie imprese umbre hanno avanzato proposte anche in materia di formazione e lavoro, chiedendo in particolare di valorizzare i tirocini. E invocano la tutela e la valorizzazione del Made in Italy. Ma forte è anche la richiesta di investimenti su innovazione e sviluppo.
Temi sui quali i candidati, stimolati dal moderatore, il direttore del Corriere dell’Umbria e de Il Tempo Davide Vecchi, hanno illustrato le “ricette” dei rispettivi partiti e schieramenti.
(a seguire il servizio completo)