Il futuro delle educatrici precarie degli asili nido e delle scuole materne del Comune di Perugia è ora appeso al bilancio dell’ente. Una convinzione che diviene sempre più realtà, proprio oggi che l’ordine del giorno sui servizi della prima infanzia per i bambini dai tre mesi ai tre anni, presentato dalla consigliera Cristina Rosetti (M5S), è stato bocciato in IV Commissione a Palazzo dei Priori, con 7 astenuti (da una maggioranza composta da Nucciarelli, Leonardi, Luciani, Castori, Numerini, Felicioni e Camicia) e 7 favorevoli (Arcudi, Borgesi, Mencaroni, Bori, Giaffreda, Rosetti). Una bocciatura che si traduce in nessuna soluzione, almeno per ora, nessuna nuova assunzione o rinnovo di contratti scaduti.
Il tempo scorre, per le 41 educatrici precarie che non hanno al momento la certezza di conservare il posto di lavoro dopo anche 13 anni di servizio. Dopo la bocciatura dell’ordine del giorno di Rosetti, dunque, con il quale si voleva impegnare la giunta a prorogare i contratti attualmente in essere e a programmare le assunzioni già da quest’anno, per garantire una continuità e una qualità del servizio, il futuro delle educatrici sembra imbrigliarsi tra gli ostacoli dei vincoli di bilancio. E di tempo per presentare eventuali emendamenti al bilancio dell’ente, ce n’è fino al 17 aprile, prima dunque del 27, quando la manovra dovrebbe essere votata.
Di quest’0rdine del giorno, seppur in parte emendato, si era discusso ampiamente anche nella scorsa seduta di Commissione. Oggi, durante la nuova riunione, subito dopo aver osservato un minuto di silenzio in ricordo di Bruno Biagiotti, scomparso questa mattina, la consigliera Rosetti ha presentato alcuni emendamenti all’atto sulla base degli approfondimenti fatti nella scorsa seduta, in virtù anche della cd circolare Madìa del 2015, relativa alla disciplina dei rapporti di lavoro a tempo determinato nelle scuole comunali, con particolare riferimento ai limiti di durata.
Presenti, seppur non da subito, gli assessori Waguè (ai servizi educativi) e Barelli (al personale), interpellati per competenza. Wagué resta fermo, con la barra dritta puntata verso la costituzione di una nuova graduatoria, che, a suo dire, uscirà entro il mese di aprile, in modo che le educatrici possano essere operative dal nuovo anno scolastico a settembre. Nel frattempo, ha confermato che la giunta e gli uffici si stanno adoperando per mantenere la continuità del servizio e del personale, con un confronto costante con i sindacati e le lavoratrici. Il nodo della programmazione del personale e, dunque, a monte, del bilancio dell’ente, però non si scioglie: questo nonostante Waguè parli di un tavolo aperto con l’assessorato al bilancio, e Barelli abbia espresso la volontà di garantire la continuità e la qualità del servizio, seppur nelle difficoltà economiche.
Al momento del voto, però, come detto, fumata nera: i prossimi appuntamenti restano la pubblicazione della graduatoria e del nuovo bando di concorso, che dovrebbe uscire, per legge, entro settembre. Bori (PD) dal canto suo ha comunque annunciato che sarà chiesta la calendarizzazione di un Consiglio Comunale grande sul tema, a cui possa partecipare tutta la cittadinanza. Proposta accettata e firmata da tutti i membri della minoranza presente. Più duro è stato il capogruppo dei Socialisti Riformisti Arcudi, per il quale su questo tema c’è il totale fallimento della Giunta, con un Assessorato che, a suo avviso, è del tutto inadeguato. “Questo servizio era un modello – ha detto – che in due anni è stato distrutto, così come le mense. Il nostro compito è quello di dare un indirizzo alla giunta, visto che la questione è una responsabilità della politica”. Anche il consigliere Giaffreda (M5S) è intervenuto, nel dibattito per sottolineare che “non si deve perdere di vista il fatto che si sta discutendo del bene e del futuro dei bambini e che è evidente come una soluzione, indipendentemente da di chi sia la colpa, deve essere trovata quanto prima, auspicando quindi che l’odg possa divenire dell’intera commissione“.
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