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Edilizia residenziale: nuove proposte in Regione

Redazione

Edilizia residenziale: nuove proposte in Regione

Lun, 30/01/2012 - 15:09

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La terza Commissione consiliare di Palazzo Cesaroni, presieduta da Massimo Buconi, ha ascoltato dall'assessore regionale Stefano Vinti le novità contenute nel disegno di legge con cui l'esecutivo di Palazzo Donini intende modificare la normativa sull'edilizia residenziale pubblica. La stessa Commissione che aveva iscritto all'ordine del giorno cinque diverse proposte sullo stesso argomento, quattro della minoranza ed una di Idv, ha deciso di riconvocarsi per individuare un testo base sul quale avviare il confronto. Molte le novità che si annunciano in tema si edilizia residenziale pubblica in Umbria. Si va dai requisiti per concorrere all'assegnazione di alloggi: non più il reddito, ma il calcolo dell'Isee sulla capacità economica effettiva del richiedente; agli 'alloggi sociali', vere e proprie residenze autonome, ma integrate con servizi mensa, lavanderia e spazi sociali organizzati; ai 'Fondi immobiliari, nuovo strumento finanziario da sperimentare per sopperire “all'azzeramento dei trasferimento dallo Stato” e in cui confluiranno risorse pubbliche e private; fino alla riassegnazione entro 90 giorni degli appartamenti rimasti sfitti, pena per il comune di dover pagare all'Ater il canone di affitto venuto a cessare. Subito dopo l'audizione dell'assessore, la stessa Commissione, nel cui ordine del giorno dei lavori erano state iscritte altre cinque proposte di legge similari, sempre in tema di edilizia abitativa – nell'ordine a firma di: Dottorini e Brutti (Idv); Cirignoni (Lega Nord); Lignani Marchesani, Rosi e Monni (Pdl); Valentino e l'intero gruppo Pdl; Zaffini (Fare Italia) – ha deciso di riconvocarsi per individuare un testo base sul quale avviare il confronto. Altri correttivi alla legge regionale precedente, la numero 23 del 2003, si sono resi necessari, – ha spiegato Vinti – per i profondi cambiamenti avvenuti nel settore, a partire dal taglio totale delle risorse statali, ma anche per esigenze sociali sopraggiunte. In questa logica si inquadrano l'introduzione dell'Isee, già utilizzato in molte Regioni, come “l'obbligo di equiparare a tutti gli effetti i cittadini italiani, dell'Unione Europea ed extracomunitari, (come stabilità dalla sentenza della Corte costituzionale n.40 del 9 febbraio 20111) che si accompagna al requisito vincolante della residenza nella regione per cinque anni, con tre anni di lavoro nel comune interessato, e questo anche per evitare che al momento del bando si verifichino repentini cambi di residenza. Il disegno di legge che modifica ben 25 articoli introduce poi la mobilità fra inquilini, a vantaggio di chi ha famiglie numerose, rispetto a chi magari è rimasto solo ma continua ad utilizzare una superficie eccessiva per le sue reali esigenze; evita il subentro improprio nelle case assegnate di eredi che non abbiano alcun titolo; prevede la revisione dei canoni finalizzata al mantenimento di entrate in equilibrio per l'Ater; concede allo stesso la possibilità di alienare alcuni alloggi, in ragione dei costi crescenti per le manutenzioni straordinarie, ma stabilisce che gli introiti vengano finalizzati a nuovi alloggi. Contributi singoli potranno essere concessi a privati che ristrutturano per affittare a canoni sociali. Cambiano anche i criteri di assegnazione: le graduatorie, da approvare in 3 mesi, dureranno due anni e dovranno privilegiare chi ne è rimasto escluso in precedenza; le commissioni comunali per le assegnazioni vengono ridotte a soli cinque membri, due dei quali (esperti giuridico amministrativi) dovranno risiedere in un altro comune; fortemente ridotto, dagli attuali 25 a 9 membri, il Comitato permanente, al cui interno dovranno essere rappresentati anche costruttori e proprietari. Nasce un nuovo organismo istituzionale con compiti di osservatorio, in un settore – ha spiegato Vinti – nel quale nessuno studia i cambiamenti sociali ed economici, le nuove esigenze e le reali risorse disponibili. Norme specifiche riguardano anche edifici di pregio da ristrutturare ed affittare a canoni ovviamente più adeguati; mentre su palazzine con almeno otto alloggi, per evitare forme di ghettizzazione, i comuni dovranno favorire al massimo la integrazione sociale. Dal punto di vista del canone di affitto sono previste tre grandi aree: una base di protezione sociale, calcolata esclusivamente sull'Isee, una intermedia ed una “di decadenza” a canone maggiorato, da definire con regolamento, per chi è ormai al limite del diritto.

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