“Le strategie della Provincia di Perugia per il potenziamento della filiera del recupero dei rifiuti inerti da demolizione e costruzione”, sono state l’argomento principe della seduta della prima Commissione Consiliare Permanente dell’ente, presieduta da Massimiliano Capitani. Le relazioni sull’argomento sono state svolte da Moreno Mationni dell’ANPAR (associazione nazionale produttori di aggregati riciclati), Gianluca Cerni della facoltà di ingegneria di Perugia e alcuni rappresentanti dell’associazione Nazionale Costruttori edili.
Tutto parte dal recente recepimento, da parte della Regione dell’Umbria, della direttiva europea rifiuti 2008/98/ce. L'articolo 181 che parla del Riciclaggio e recupero dei rifiuti impone che “entro il 2020 , il riutilizzo di materiale di rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi deve arrivare al 70 % in termini di peso”. Dalla discussione è emerso che, il riciclaggio dei rifiuti da C&D (costruzione e demolizione) offre importanti opportunità: 1) riduzione del conferimento dei rifiuti in discarica o di abbandono in luoghi abusivi; 2) risparmio di risorse naturali, attraverso l'inserimento sul mercato di materiali alternativi e integrativi; 3) nuove opportunità di sviluppo nel settore del riciclaggio dei rifiuti 4) Riduzione dei costi delle opere da realizzare con inerti recuperati. “Quello che manca – ha spiegato Mationni – è l’obbligo da parte delle pubbliche amministrazioni di utilizzare questi materiali. Questo obbligo, se stabilito per legge, potrebbe diventare una spinta incisiva. L’utilizzo di questi materiale risulta essere ottimo come base stradale. Serve anche una cultura del riutilizzo da parte della imprese perché tanto più nei cantieri si separano i rifiuti tanto più si riesce a riciclare. In Olanda si raggiunge il 100% del recupero dei rifiuti da C&D”.
“Già nel 2004 la Provincia di Perugia – spiegano i tecnici dell’Ente – ha utilizzato per alcuni tratti stradali questi materiali. Il risultato è stato ottimo perché non ci sono stati segni di cedimento classici come la ‘retatura’ dell’asfalto (piccole crepe che si creano in seguito a cedimenti per il peso del traffico sulla strada). La bretella che eviterà il passaggio a livello di San Sisto vedrà l’utilizzo di 41 metri quadri di materiale di rifiuto da demolizione e costruzione. Il risparmio, sul costo totale dell’opera è del 30 %”.