Il presidente umbro di Cna Produzione commenta i dati sulle previsioni di rallentamento dell'economia e indica le priorità per le politiche regionali
Sistemi innovativi per sostenere lo sviluppo ed evitare “la gelata” dell’economia. Giampaolo Cicioni, presidente regionale di CNA Produzione, interviene a margine delle polemiche dei giorni scorsi sulle previsioni economiche per l’anno in corso. “Indipendentemente dalle letture che se ne danno – afferma – i dati di tutte le ricerche pubblicate nei giorni scorsi dicono senza ombra di dubbio che, dopo due anni di crescita del Pil che hanno consentito all’Umbria di recuperare le perdite causate dall’emergenza Covid, per il 2023 è prevista una brusca frenata dell’economia. Lo dicono i dati dell’Istat, del centro studi Sintesi e anche di Prometeia”.
Contesto internazionale, inflazione trainata dai maggiori costi energetici, difficoltà di approvvigionamento di molte materie prime freneranno l’economia italiana ed europea.“Dopo due anni di crescita importante, la frenata dell’economia riguarderà non solo l’Umbria, ma anche l’Italia e l’Europa – dichiara Cicioni -. Non lo dice la Cna, lo dicono i dati. Ma vorremmo accantonare polemiche sterili e invitare tutti a concentrarsi sulle cose da fare per evitare che ciò accada. È indubbio che grazie agli investimenti effettuati, le micro e piccole imprese umbre oggi continuano a essere piene di ordinativi che non riescono a soddisfare, sia per le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime che per la carenza di manodopera specializzata, praticamente introvabile sulla piazza. Ci preoccupa anche l’assottigliamento della liquidità delle imprese dovuta in gran parte ai costi energetici che, nonostante alcune riduzioni sulle quotazioni intervenute da dicembre, si mantengono a livelli enormemente superiori rispetto a due anni fa”.
Misure per le imprese
“Noi crediamo – aggiunge Cicioni – che la performance economica dell’Umbria nel biennio 2021/2022 sia attribuibile, almeno in parte, al metodo adottato dalla Regione per la definizione delle proprie politiche industriali, un metodo basato sul confronto continuo e costante con tutto il sistema imprenditoriale, che ha visto il coinvolgimento non solo della grande e media impresa, ma anche di quella di micro e piccole dimensioni. È da questo confronto che sono emerse le esigenze delle varie tipologie di imprese, sulla base delle quali sono stati adottati strumenti di incentivazione che hanno facilitato gli investimenti innovativi di tantissime micro-piccole imprese, accanto ad altre indirizzate ad aziende più strutturate e da sempre interessate al sostegno delle attività di ricerca. Sono andati in tal senso – ricorda il dirigente Cna – i bandi regionali a sostegno degli investimenti del pacchetto Smart Attack e, ora, quelli del Solar Attack; ma anche il bando Travel per l’internazionalizzazione o il bando Double sull’accesso al credito delle micro e piccole imprese, che non si sono sostituite, bensì aggiunte alle misure a favore dei grandi progetti di ricerca. Noi – continua Giampaolo Cicioni – siamo convinti che questo metodo abbia funzionato alla grande e che rappresenti lo strumento più idoneo per affrontare la possibile gelata dell’economia. Perciò ci auguriamo che l’Amministrazione regionale lo confermi anche nel prossimo futuro. Invitiamo le forze politiche ad aprire un grande dibattito politico sulle cose da fare subito anziché continuare a concentrare l’attenzione sugli eventuali avvicendamenti all’interno della Giunta di palazzo Donini, in particolare dell’assessore allo Sviluppo economico Michele Fioroni che, secondo la nostra esperienza, ha avuto un ruolo centrale nel favorire l’avvio di un metodo che ha contribuito al raggiungimento dei risultati economici degli ultimi due anni. Tra le cose da affrontare subito c’è innanzitutto la definizione dei bandi regionali dei prossimi due anni a valere sui fondi strutturali 2021/2027: una programmazione – conclude il presidente regionale di CNA Produzione – che potrà contribuire sensibilmente alla creazione di quella fiducia di cui le imprese hanno bisogno per continuare a investire”.