Consiglio comunale sempre scoppiettante a Città di Castello, l'opposizione (e non solo) se ne va in blocco dopo due interpellanze non discusse
Ennesimo colpo di scena – ieri sera (lunedì 25 gennaio) – durante il Consiglio comunale di Città di Castello. Dopo vari momenti di tensione e microfoni lasciati “incautamente” aperti la seduta ordinaria – dopo nemmeno 3 ore effettive – è saltata per la mancanza del numero legale di consiglieri.
Rinviata discussione di 2 interpellanze, è polemica
L’insurrezione dell’opposizione – poi risultata assente in blocco – sarebbe nata dalla chiusura anticipata del question time da parte del presidente Francesca Mencagli la quale, per stare nei tempi, ha deciso di rinviare la discussione due interpellanze, una di Gasperi (Gruppo Misto) e una di Schiattelli (Civici per Città di Castello) riguardante la “caotica” elezione del presidente della Commissione Controllo e Garanzia.
La graduale “scomparsa” dei consiglieri
Dopo le prime rimostranze sull’ordine dei lavori da parte di Gasperi – “la presidente non fa mai rispettare i tempi” – e un breve ma accesso battibecco di quest’ultimo con Minciotti (Pd) – un errore tecnico ha allungato ancora di più l’agonia della seduta, che ha visto piano piano scomparire le finestrelle dei consiglieri di minoranza (e non solo).
Sassolini esce, poi rientra e chiede verifica numero legale
Dopo 2 ore e 50 e un timido accenno di ripresa con una comunicazione di Bucci (Castello Cambia) sulla gara dei rifiuti, Sassolini (FI) – già uscito – è “rientrato” in video solo ed esclusivamente per chiedere la verifica del numero legale, provocando le ire di Pescari (Pd) per la presunta violazione del regolamento del Consiglio.
Solo 12 consiglieri rimasti
Il segretario Decenti, a questo punto, ha ripetuto l’appello, ottenendo solo il “presente” di 12 consiglieri (compreso il sindaco), non abbastanza per proseguire la seduta (ne sarebbero bastati 13). Gli assenti erano i seguenti: Morini e Vincenti (Tiferno Insieme), Lignani Marchesani (Fd’I), Baglioni (Lega), Gasperi e Rigucci (Gruppo Misto), Bartolini e Schiattelli (Civici per Cdc), Bucci e Arcaleni (Castello Cambia), Procelli (La Sinistra) e Ursula Masciarri (Psi).
Si ripete l’appello ma…
L’ “eroica” e paziente Mencagli ha così comunicato che, in questi casi, occorre aspettare 30 minuti e ripetere l’appello. “Per serietà e rispetto di tutti resto – ha annunciato Massetti (Democratici per Cdc) però penso sia un’indecenza. Esigerei un briciolo di rispetto”.
Passata la canonica e surreale mezz’ora – come da regolamento – il segretario ha ripetuto l’appello ma la situazione è rimasta la medesima. Dodici presenti e Consiglio comunale sospeso.
Il “caso” Gasperi
Il vicepresidente del Consiglio Marco Gasperi ha voluto approfondire un episodio che lo ha riguardato da vicino: “Anche questa sera non è mancato il triste ‘scarica barile’. Nella mezz’ora tra un appello e l’altro mi sono sentito telefonicamente con il sindaco, al quale ho detto che non avrei tenuto il numero legale, tant’è che lo stesso mi ha risposto ‘Fai come ti pare, non voglio condizionare nessuno’.
“In sede di secondo appello, però, – ha aggiunto Gasperi – il sindaco ha pronunciato parole che lascerebbero intendere un mio sotterfugio nel tenere il numero legale insieme alla maggioranza – eloquenti le strane espressioni di alcuni consiglieri e assessori – Spero vivamente sia stato un errore in buona fede e non un tentativo di screditarmi. Ritengo di aver avuto una pazienza oltre i limiti con determinate compagini politiche, circa le viscide, false e meschine chiacchiere diffuse sul mio conto. La pazienza è finita, da ora in poi, passerò alla via legale”.