Nessun nuovo danno o aggravamento di quelli esistenti a Norcia, così come nei Comuni limitrofi, sembra esserci stato dopo le scosse di terremoto nella notte tra sabato e domenica, con la più forte di 4.1 gradi di magnitudo alle 2.02 del 1 settembre 2019. Per lo meno nelle strutture pubbliche, per le quali sono già iniziate le verifiche da parte degli enti preposti, mentre per i privati l’iter sarà diverso.
Incontro e sopralluoghi dopo la scossa di 4.1
Lunedì mattina a Norcia si è tenuta una riunione dei sindaci del cratere con il presidente della Regione Umbria Fabio Paparelli. Erano presenti, oltre al primo cittadino nursino Nicola Alemanno, i sindaci di Cascia, Mario De Carolis, Preci, Massimo Messi, e Monteleone di Spoleto, Marisa Angelini. Presenti anche funzionari e tecnici della Protezione Civile Regionale e della soprintendenza. Al termine c’è stato anche un sopralluogo presso la Basilica di San Benedetto.
Il Comune di Norcia nell’occasione ha preannunciato la presentazione di una nuova istanza di dissequestro del Centro Boeri (la prossima udienza sulla vicenda è prevista a novembre), perché possa essere utilizzato non solo in caso di emergenza – come già autorizzato dalla Procura – ma anche per riunioni istituzionali come quella appunto di lunedì mattina che si è tenuta nei container comunali.
Intanto sin da lunedì mattina – fa sapere l’amministrazione nursina – sono state avviate le verifiche di agibilità degli edifici pubblici. Tra i primi ad essere verificati, senza riscontrare danni, l’asilo nido comunale ‘Lo Scoiattolo’ che ha immediatamente potuto ricominciare regolarmente la propria attività e l’ala agibile dell’ospedale.
Nei prossimi giorni, invece, verranno rese pubbliche le modalità di richiesta dei nuovi sopralluoghi per nuovi danni a strutture precedentemente agibili e/o per aggravamento del livello di danno, ad esclusione degli edifici recanti la lettera ‘E’ come da scheda Aedes. Per quanto riguarda eventuali aggravamenti di danni finora certificati come lievi, infatti, le richieste dovranno arrivare dai proprietari.
Premier incaricato Conte incontra i comitati dei terremotati
Intanto lunedì mattina i rappresentanti di 18 comitati dei terremotati del centro Italia hanno incontrato il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte, che li ha convocati tra le consultazioni politiche che sta tenendo in questi giorni per la formazione del nuovo Governo.
“Stamattina – spiega il coordinamento comitati terremoto centro Italia – siamo stati ricevuti a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte, che ha ascoltato le nostre richieste e ci ha manifestato la sua piena vicinanza. Lo ringraziamo per averci coinvolti nella delicata fase delle consultazioni. Conte ci ha detto che, in caso di sua conferma a capo del Governo, farà di tutto per sbloccare la ricostruzione.
Non sta a noi entrare nel dibattito politico. Ribadiamo a tutti i partiti italiani ed ai media che noi terremotati non andiamo coinvolti per fare “comunicazione politica” dentro una crisi di governo. Abbiamo sempre detto che non abbiamo governi amici, e lo confermiamo oggi. Da tre anni avanziamo proposte per la rinascita del Centro Italia e nessuno dei tre governi che si sono succeduti ha voluto darci finora ascolto, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. La ricostruzione è ancora solo un miraggio.
Non ci interessa chi governerà: ci interessa che, chiunque sia a farlo, esaudisca le nostre richieste. Presto andrà varata la legge di bilancio e ci aspettiamo che vengano presi i provvedimenti che oggi abbiamo discusso con Conte. La disponibilità mostrataci oggi dal Presidente del Consiglio incaricato è stata importante e l’incontro è stato molto costruttivo. Noi però non dimentichiamo di aver già ricevuto promesse non mantenute, e abbiamo dimostrato di essere pronti a scendere in piazza per davvero. Speriamo che stavolta ci sia finalmente la svolta tanto attesa.
Abbiamo anche proposto un nuovo incontro, non appena sarà delineato il nuovo Governo e gli incarichi e le funzioni inerenti la questione terremoto, onde verificare l’accoglimento delle nostre richieste ed i provvedimenti che si intendono adottare”.
Il coordinamento dei comitati ha consegnato a Conte un documento in cui vengono riassunte le richieste dei terremotati.
Il comitato Rinascita Norcia
A Roma, per il comitato Rinascita Norcia, c’erano Lorenzo Delle Grotti e Rosamaria Marini, che sono stati poi intervistati da TgCom24.
“Si è voluta cambiare la legge del 1997 – ha ricordato Delle Grotti – che noi ritenevamo efficace per la ricostruzione, mentre la nuova legge, la 189, presenta diversi aspetti che non snelliscono le pratiche. Si procede con ordinarietà e non straordinarietà, noi invece abbiamo bisogno di fattori straordinari che incidano nella rinascita dei nostri territori. Il tempo è una cosa essenziale: il terremoto è come un infarto, se non si interviene subito rischiamo che il malato muore“. “Con il presidente Conte – ha poi osservato Delle Grotti – ci eravamo già incontrati a maggio a Norcia. Alcune cose da allora sono state fatte, altre a favore in particolare delle aziende no. Il fatto che abbia incontrato ci ha rassicurato, ma abbiamo molte questioni da risolvere. Noi privati non sappiamo ad esempio dove portare le macerie delle nostre case”.
“Il presidente ci ha parlato molto concretamente, – ha commentato Rosamaria Marini – ha tenuto a dirci che ci darà risposte concrete. Sono tre anni che abbiamo solo parole, vogliamo i fatti. Vogliamo avere una vita da cittadini italiani dignitosi”.
La lettera di Paparelli a Conte
Intanto il presidente della Regione Umbria Fabio Paparelli ha inviato lunedì, come annunciato, una lettera al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte nella quale chiede che la ricostruzione sia centrale nel programma di governo.
“L’ultima sequenza sismica che ha interessato in questi giorni il territorio dei Sibillini, tra Norcia ed Arquata del Tronto – scrive Paparelli – ha riproposto con forza l’esigenza di una rapida ed efficace azione per velocizzare il complicato processo di ricostruzione del Centro Italia, che, ormai a tre anni dalle prime violente scosse del 2016, stenta a decollare pur essendo stata superata, nella mia regione, la fase emergenziale (al netto degli ultimi accadimenti) e pur essendo partita una ricostruzione che rischia però di essere troppo lunga e farraginosa.
In ogni caso, nonostante innegabili difficoltà e lentezze, a tre anni dal sisma possiamo anche affermare che il processo di ricostruzione si è avviato e che in Umbria si punta ad una ricostruzione di qualità, volta a restituire alle comunità colpite un patrimonio edilizio più sicuro, energeticamente efficiente e urbanisticamente ripensato in alcune sue parti, con edifici pubblici in grado di fornire funzioni di servizio ai cittadini in condizioni migliori di quelli antecedenti al sisma e con una riqualificazione e messa in sicurezza del patrimonio storico e culturale danneggiato al fine di salvaguardare e rispristinare l’identità delle comunità e restituire un sistema territoriale più attrattivo.
Per questi motivi – sottolinea il presidente della Regione – è necessario che, nella fase di predisposizione del programma del nuovo Governo, la ricostruzione assuma un ruolo centrale tra gli impegni che le forze politiche andranno ad assumersi. Intendo per questo sottoporre alla Sua attenzione la necessità non più rinviabile di una revisione delle procedure amministrative messe in campo, tutte basate su regole ordinarie che certamente non si adattano alla straordinarietà dell’opera di ricostruzione ed all’esigenza di tempi rapidi per dare risposte ai cittadini danneggiati dal sisma”.
“Un cambio di passo che – secondo il presidente Paparelli –, oltre ad eliminare inutili complicazioni burocratiche ed a snellire i tanti complicati procedimenti amministrativi previsti, restituirebbe fiducia alla popolazione e certamente aiuterebbe a portare avanti con maggiore facilità le incombenze e le difficoltà della ricostruzione stessa. A questo proposito mi permetto di ribadirLe quelle richieste e quelle proposte che le quattro Regioni interessate e la totalità dei Comuni hanno più volte avanzato.
In particolare mi riferisco alla possibilità di ulteriori 400 assunzioni negli uffici ricostruzione per corrispondere alle esigenze reali, a quella di utilizzare la rete dei professionisti esterni sia per quanto riguarda le istruttorie che i controlli nelle varie fasi del processo amministrativo e mi riferisco allo snellimento della burocrazia e delle procedure correlate, a partire dalla unicità del procedimento amministrativo in capo ai vari soggetti.
Inoltre, il ripetersi nel tempo di sequenze sismiche – aggiunge – ripropone con forza l’esigenza di strumenti idonei di sostegno e di aiuto all’economia di questi territori, volta ad incentivare la permanenza e magari attrarre nuove imprese.
In questa direzione sarebbero utili strumenti come la cassa integrazione in deroga “automatica”, che può essere applicata immediatamente in caso di bisogno ed un regime di aiuto dedicato, sul tipo di quelli previsti per le aree svantaggiate, da applicare ai settori del turismo, commercio, artigianato ed agroalimentare, con specifiche norme speciali su contributi previdenziali e fiscalità.
Aldilà delle singole proposte, che potranno essere discusse ancora e approfondite in appositi tavoli di lavoro, ravvisiamo la necessità di giungere rapidamente alla definizione di un apposito nuovo decreto legge (che corregga anche i punti critici del Decreto “Sblocca cantieri”) auspicando anche una maggiore e diversa collaborazione con il Commissario straordinario.
Egregio Presidente – conclude Paparelli – attendiamo con speranza e fiducia ed affidiamo a Lei ed al nuovo Governo un segnale forte di attenzione, che faccia percepire un nuovo impegno ed un robusto passo avanti in questa delicata ma fondamentale attività di ricostruzione che interessa il cuore vero dell’Italia”.