L’ordine di arresto del Giudice gli è stato notificato ieri mattina, nel giorno in cui la Polizia di Stato celebra il suo santo patrono, San Michele Arcangelo. Luciano Porcari, 75 anni a breve, più volte balzato agli onori della cronaca e passato alla storia per il dirottamento più lungo nell’aviazione civile attuato da un solo uomo, dopo aver scontato 21 anni in prigione per l’omicidio della moglie, è di nuovo dietro le sbarre, questa volta ad opera del Commissariato di Pubblica Sicurezza proprio della sua città.
Dopo la scarcerazione, avvenuta lo scorso maggio, era stato messo ai domiciliari, misura violata dopo alcuni giorni per, stando a quanto dichiarato, per rivedere la figlia, quella figlia nata dal rapporto con la donna uccisa dall’uomo e che si rifiuta nella maniera più assoluta di avere contatti con il padre.
Nonostante il rifiuto, l’uomo ha continuato a cercare di mettersi in contatto con lei, scrivendo lettere e telefonando, sia alla ragazza che ad altri familiari, in maniera pressante e a volte minacciosa.
Le prove raccolte dagli investigatori della Polizia di Stato di Orvieto hanno portato il Pubblico Ministero, dr.ssa Elisabetta Massini, a richiedere una nuova misura cautelare per atti persecutori e il 22 settembre, il GIP del Tribunale di Terni, dr.ssa Simona Tordelli, ha emesso l’ordinanza con la quale si vieta a Porcari di comunicare con persone diverse da coloro che coabitavano con lui e di allontanarsi dal suo domicilio, misura violata per ben quattro volte nell’ultimo periodo, compresa una lettera minatoria inviata alla figlia il 26 settembre.