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Donazioni di sangue e plasma, l’allarme dell’Avis Umbria: “Sono sempre meno, serve un’azione comune”

Un nuovo appello alla donazione è arrivato stamattina da Avis Umbria, visto che i dati tra il 2015 e il 2018 segnalano un calo costante di donazioni e che l’Avis copre il 92% della raccolta atta a coprire il fabbisogno regionale. “Donare è una scelta di vita e un progetto di salute”, hanno ribadito i vertici Avis (all’incontro erano presenti il presidente regionale dell’Avis Andrea Marchini, il vicepresidente Francesco Petrelli, Maria Pia Fanciulli, capo redattore dell’Editoriale Campi e Loretta Rapporti dell’Ufficio regionale scolastico) nel corso della conferenza stampa.

Un incontro nel corso del quale sono stati presentati il Calendario Barbanera 2019 e il Piccolo Barbanera 2019 che si dimostrano da anni un valido strumento di informazione e comunicazione. Lanciata anche ‘Donate il plasma’, la campagna ‘Va di moda il giallo. Distinguiti’ con cui l’Avis invita gli italiani a donare il plasma, prezioso per la cura dell’emofilia, le immunoglobuline (come quelle antitetano) e l’albumina, impiegata in alcune patologie del fegato e dei reni e di altre patologie.

Numeri negativi

Tornando ai “freddi” numeri, in Umbria, il fenomeno del calo delle donazioni si attesta oggi ad un meno 9,32 % rispetto allo stesso periodo del 2015. Le donazioni tra gennaio e novembre erano 39.155 nel 2015, 37.477 nel 2016, 36.154 nel 2017 e 35.351 nel 2018. “La quantità di plasma conferita dalle Regioni alle aziende di plasmaderivazione nel 2017, 830.254 chilogrammi – ha detto Marchini –, è stata complessivamente superiore all’obiettivo nazionale previsto di 816.606 chilogrammi”.

Tutte le Regioni hanno raggiunto gli obiettivi di produzione del plasma da destinare al frazionamento industriale a eccezione di Basilicata, Umbria e Valle d’Aosta. Nel Cuore verde d’Italia, nei primi dieci mesi del 2018, l’azienda ospedaliera di Perugia si è fatta carico del 53% dell’attività di raccolta del Plasma; l’azienda ospedaliera di Terni del 7%, e le due Usl per il 17% (Umbria 1) e il 23% (Umbria 2). Al 31 ottobre 2018 L’Umbria presenta un -11,4% rispetto al 2017. Non va meglio per la raccolta del sangue: il Piano Nazionale prevedeva, per il 2018 in Umbria, un aumento del 2% rispetto al 2017, con una raccolta di 41,500 sacche, ma si arriverà appena a 40.000, con un meno 3%.

I motivi del calo

Una delle ragioni è l’invecchiamento della popolazione ed il ricambio generazionale che vede i giovani con un minore indice donazionale; l’Avis Umbria ha iniziato ad attuare strategie volte ad impegnare l’associazione nella motivazione del nuovo donatore, nel servizio di chiamata programmata, di accettazione e fidelizzazione dei soci, ma da sola non potrà risolvere il problema se non con il diretto coinvolgimento delle Istituzioni. Regione, Province, Comuni, aziende sanitarie e ospedaliere- che spesso si limitano ad adottare atti di programmazione, piani regionali condivisi e validi, ma in gran parte disattesi – devono fare uno sforzo congiunto per risolvere il problema.

Da parte sua l’Avis, che garantisce come detto il 92% della raccolta in Umbria, sta adottando tutte le iniziative necessarie affinché l’azione del volontariato sia sempre più credibile e affidabile. “Abbiamo bisogno – è stato detto – di sempre più volontari, complice anche il calo demografico, ma è necessario soprattutto fare donazioni programmate e pianificate, che vadano incontro ai bisogni trasfusionali”

La richiesta di impegno

“Occorre che le Aziende – ha commentato Marchini – si dotino con urgenza delle macchine e del personale necessario perché sia gli obiettivi posti dal Piano nazionale che quelli del Piano regionale siano raggiunti con evidente e notevole vantaggio, anche economico-finanziario, per l’ente Regione che oggi impegna risorse per l’acquisto di farmaci plasmaderivati prodotti dalle case farmaceutiche; a tale impegno deve seguire quello di prevedere apposite sedute, anche pomeridiane, per la plasmaferesi”. Il 17 dicembre è prevista una seduta del Centro regionale sangue per un esame approfondito delle risultanti del Piano regionale sangue e plasma la cui efficacia termina quest’anno.

Un bosco dedicato all’AVIS

E in un 2019 che si avvicina, all’Avis sarà dedicato anche il Bosco Barbanera. “Il loro lavoro è straordinario, unico e capace di trasformare la parola solidarietà in azioni concrete e importanti”, è scritto. Il marchio “Bosco Barbanera” è nato nel 1991 con l’impegno di sostenere, ogni anno, delle iniziative in difesa dell’ambiente, per una migliore qualità della vita e per la tutela dei diritti umani. Da quasi 30 anni (il primo intervento fu in Umbria, per reimpiantare un bosco andato a fuoco tra Foligno e Assisi) il Bosco Barbanera sostiene iniziative in difesa della natura, dei diritti umani e della qualità della vita.