“Condizioni di lavoro inaccettabili”. Questo dichiara la Filcams Cgil parlando di quello a cui sarebbero attualmente sottoposti i dipendenti della Dogre di Citta di Castello, azienda che si occupa della gestione e recupero del canone unico, e quindi dei tributi relativi alla pubblicità e all’occupazione di suolo pubblico.
Dal 1 maggio 2023, a seguito del nuovo capitolato di gara – secondo quanto riferito dal sindacato – sono state decurtate ore di apertura d’ufficio, “provocando difficoltà non solo a chi si trova a operare e lavorare nel territorio, ma anche disservizi per i contribuenti”.
Il sindacato spiega che “in modo unilaterale e senza una preventiva valutazione in merito ad opportunità e benefici“, i dipendenti, “già sottoinquadrati contrattualmente rispetto alle mansioni svolte“, si sono visti “ridurre l’orario di lavoro nel territorio di riferimento, a favore invece di trasferte per controlli e censimenti in altre sedi, delle quali però i dipendenti non conoscono il tessuto produttivo”, oltre ad essere mancata una “formazione circa le procedure da eseguire”.
“Le criticità si ripercuotono sui cittadini e potenzialmente sulle casse dell’amministrazione comunale – insiste la Filcams Cgil – dal momento che l’orario ridotto crea impossibilità di svolgere nei tempi adeguati il lavoro di front-office e back-office, impossibilità di rispettare l’esecuzione del canone mercatale e impossibilità di eseguire controlli adeguati”.
La Filcams Cgil di Perugia, a seguito dello stato di agitazione e conseguente sciopero delle trasferte dichiarato dal 1 maggio, chiede infine l’intervento dell’amministrazione comunale per ristabilire l’orario svolto fino al 30 aprile ai dipendenti Dogre di Citta di Castello.