Dissesto Provincia il bilancio non si chiude, Mismetti "farò pagare i servizi" - Tuttoggi.info

Dissesto Provincia il bilancio non si chiude, Mismetti “farò pagare i servizi”

Redazione

Dissesto Provincia il bilancio non si chiude, Mismetti “farò pagare i servizi”

"In discussione il futuro dei nostri dipendenti", l'appello ai parlamentari
Ven, 26/06/2015 - 19:09

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“Manutenzione di strade e scuole, sportelli per l’impiego e altri servizi fino ad ora erogati dalla ProvincIa sono concretamente a rischio”. Il presidente della Provincia di Perugia, Nando Mismetti, affiancato da numerosi consiglieri provinciali ha chiarito una volta per tutte che la legge Delrio, il successivo Patto di Stabilità e il Decreto dello scorso 19 giugno, bloccano di fatto l’approvazione del bilancio di previsione 2015.

“Non siamo in grado di farlo – ha dichiarato Mismetti – perché non ci si limita a tagliare i conferimenti statali, ma si attuano addirittura prelievi di fondi propri delle Province verso lo Stato. Tutto questo non solo mette in discussione il futuro dei nostri dipendenti che è cosa gravissima, ma avrà un impatto negativo sulle nostre comunità. Il fatto è che tale situazione non dipende dalla nostra gestione. Tanto per chiarire la Provincia di Perugia ha chiuso il 2014 con un avanzo di amministrazione. Il problema è la Legge di Stabilità che preleva i fondi e impone di spendere il 50 per cento in meno del 2014 per i dipendenti quando a tutt’oggi mancano, ad esempio, le tabelle di mobilità del personale”.

Nessuna manutenzione ordinaria sarà più possibile. “Sul mio tavolo arrivano petizioni di cittadini e di sindaci che giustamente sollecitano lavori su strade e verde pubblico – ha detto ancora Mismetti – ebbene abbiamo soltanto le risorse per le emergenze. Al massimo lunedì invierò una lettera al Prefetto comunicandogli i motivi per i quali il 30 giugno non adotterò il bilancio”.

Da qui un forte appello ai nostri parlamentari. “Tutta la vicenda è in mano al Parlamento – ha chiarito il Presidente – ed è lì che deve essere colto il disagio delle comunità italiane difronte al rischio della tenuta di servizi essenziali. Resta il fatto che se fino ad ora la Provincia ha erogato servizi ad altre istituzioni senza alcuna contropartita, se non interverranno fatti nuovi, pretenderò che quei servizi vengano pagati. Ad esempio alla Regione per i 700 chilometri di strade di sua proprietà per le quali la Provincia di Perugia provvede alle manutenzioni, chiederò che paghi questo servizio. Stesso dicasi nei confronti del Ministero del lavoro per quanto riguarda i Centri per l’impiego e la formazione. Purtroppo non possiamo più garantire quella solidarietà tra livelli occupazionali che abbiamo messo in campo come ente territoriale, oggi siamo di supporto ai Comuni, ma non veniamo messi in condizione di attuare questo progetto che resta nelle buone intenzioni del legislatore, ma non ha l’ossigeno per andare avanti”.

Dal problema della chiusura del bilancio non è esente neanche la Provincia di Perugia, che si sta muovendo in sinergia con Terni presso la Corte dei Conti. Di seguito la presentazione della relazione:

Dal problema della chiusura del bilancio non è esente neanche la Provincia di Terni, che si sta muovendo in sinergia con Perugia presso la Corte dei Conti. Di seguito la presentazione della relazione:
Provincia nel caos|Falla da 9 milioni su bilancio di previsione

DOCUMENTO DETTAGLIATO DEL PRESIDENTE MISMETTI

Con la riforma Delrio (legge 56/’14) si è operata una profonda riorganizzazione istituzionale degli enti locali.In particolare, sono state ridotte le funzioni della Provincia, che in base alla normativa vigente resta competente nelle sole materie di viabilità provinciale, territorio, edilizia scolastica, pari opportunità, servizi ai Comuni, cui vanno aggiunte, per effetto della legge regionale 10/’15, le deleghe relative alla viabilità regionale, Lago Trasimeno, controllo impianti termici. Quasi tutto il resto, vale a dire rifiuti, valutazioni ambientali, risorse idriche, energia, governo del territorio, industria, commercio e artigianato, cave e miniere, caccia, pesca, turismo, politiche attive del lavoro, formazione professionale, diritto allo studio, è di competenza della Regione. Le restanti competenze in materia di sport e promozione culturale diventano di competenza dei Comuni. In questi mesi, la Provincia di Perugia si è impegnata nella fase di transizione, accompagnando il percorso di riordino, partecipando attivamente ai lavori dell’Osservatorio e, al contempo, garantendo il mantenimento di tutti i servizi ai cittadini (pur in una situazione finanziaria particolarmente difficile), compresi quelli relativi alle funzioni oggetto di riordino. Ugualmente, ha incominciato a sviluppare le attività che dovranno caratterizzare la Nuova Provincia, a partire dai servizi di supporto e di assistenza ai Comuni, come la Stazione Unica Appaltante. A fronte di questo processo di riordino, il 23 dicembre 2014, con l’approvazione della legge di stabilità 2015, sono stati tagliati alla Provincia di Perugia € 11,7 milioni per l’anno 2015, € 22 milioni per l’anno 2016 ed € 34 milioni per l’anno 2017. Allo stesso tempo, sono state dimezzate le risorse per la spesa per il personale: da circa € 40 milioni si è passati a poco meno di € 20 milioni. Immediatamente, ci siamo attivati, sia direttamente come Provincia di Perugia, sia tramite l’UPI, affinché venissero approntati significativi correttivi alla legge. Infatti, nonostante quanto previsto dalla riforma Delrio, a tutt’oggi la Provincia si ritrova a svolgere esattamente le stesse le funzioni di prima, perché il processo di riordino è rimasto inattuato. In realtà, nelle more del trasferimento delle funzioni, la Provincia è costretta a gestire tutte le materie ormai di competenza di Stato, Regione e Comuni, facendosi carico di tutte le spese afferenti ai relativi servizi con il proprio bilancio (dimezzato!). Le competenze, pertanto, sono di fatto rimaste: i tagli, però, sono stati effettuati immediatamente, già a partire dal primo di gennaio. Nel corso di questi mesi, unitamente alle organizzazioni sindacali, abbiamo fatto presente questa grave incongruenza in ogni sede, sottolineando le pesantissime conseguenze per il bilancio dell’Ente. A seguito di un’interlocuzione costante con il Governo, dopo aver affrontato ma non risolto il problema al momento della conversione in legge del cd. “decreto milleproroghe” (febbraio), sembrava che una possibile soluzione potesse essere inserita nel decreto legge n. 78/’15 sugli enti locali. Tale decreto legge (approvato finalmente il 19 giugno), in realtà, pur contenendo alcune misure utili (parziale riduzione delle sanzioni del patto di stabilità, possibilità di rinegoziare i mutui), non ha risolto le problematiche più importanti, lasciando inalterata la gravissima situazione finanziaria della stragrande maggioranza delle Province italiane, compresa la Provincia di Perugia. Tutti i costi riguardanti le funzioni ormai attribuite ad altri enti, infatti, continuano a gravare sul bilancio delle province, senza che alle stesse vengano trasferite le risorse necessarie. La grave situazione in cui versano le province non è causata da una cattiva gestione della cosa pubblica (come ha autorevolmente riconosciuto anche la Corte dei Conti), ma da una pesante e continua riduzione delle risorse a disposizione degli enti di area vasta, aggravata dal mancato trasferimento delle funzioni ed accompagnata dalla definizione irrazionale degli obiettivi del patto di stabilità interno, costruiti su basi di calcolo assurde e incongruenti con la realtà. Di per sé, infatti, la Provincia di Perugia è perfettamente in salute, tant’è che nel mese di maggio 2015 non solo ha approvato il bilancio consuntivo in pareggio, ma addirittura ha registrato un leggero avanzo. Tuttavia, se tutte le spese delle funzioni oggetto del riordino (oggi anticipate dall’ente di area vasta con le proprie risorse) non dovessero essere pagate dagli enti subentranti nelle funzioni, la Provincia di Perugia (come la quasi totalità delle province italiane) non sarà in grado di approvare il bilancio di previsione 2015. Il tutto, come già detto, paradossalmente in una situazione di salute dell’Ente, che ha tranquillamente chiuso l’ultimo bilancio consuntivo in pareggio (anzi, con un leggero avanzo). Il termine per il bilancio di previsione 2015, infatti, è fissato per il 30 luglio ed è evidente l’impossibilità di rispettarlo in assenza di un intervento correttivo da parte del legislatore. Da qui l’urgenza che tutti gli attori istituzionali si assumano le proprie responsabilità e facciano quanto di loro competenza per scongiurare un rischio tanto concreto quanto grave. Come Presidente, trovo corretto rappresentare ai cittadini e all’opinione pubblica la situazione che si trova a vivere la Provincia di Perugia, in maniera chiara e trasparente. In data 4 maggio 2015, la Provincia di Perugia ha inviato tramite PEC una nota ufficiale a tutti i Sindaci del territorio, ai dirigenti scolastici, al Governo, alla Regione, alla Corte dei Conti e al Prefetto, riportando, in maniera estremamente dettagliata, la situazione gravissima e surreale in cui si è trovata, a causa della quale, in assenza di risorse aggiuntive, non potrà più garantire i servizi fondamentali relativi alla viabilità, alla edilizia scolastica, ai centri per l’impiego. Per quanto riguarda la viabilità, l’Ente di Area Vasta non ha più risorse per gestire la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade di competenza. E’ evidente l’assoluta inadeguatezza delle risorse disponibili, che sta incidendo in modo fortemente negativo sulle condizioni di manutenzione delle strade tanto che è stato necessario, in più di un’occasione, emettere da parte della Provincia provvedimenti che limitano pesantemente la percorribilità di molti tratti della viabilità, con conseguenti ripercussioni sociali, economiche e politiche per i territori interessati. la Provincia non è più in grado di assicurare la manutenzione delle strade provinciali e regionali, specie se non verranno garantite le risorse necessarie. In relazione all’edilizia scolastica, al momento la Provincia non è in grado di assicurare il regolare inizio del prossimo anno scolastico né, tanto meno, il riscaldamento per l’inverno. Stesso discorso per i centri per l’impiego. Nonostante la competenza in materia di formazione, lavoro ed impiego non rientri più nelle funzioni provinciali, in questa prolungata fase transitoria la Provincia si sta facendo comunque carico con il proprio bilancio di garantire la continuità di questi servizi, consapevole della grande importanza che gli stessi rappresentano per il tessuto sociale ed economico umbro. E tuttavia, in assenza di risorse, anche in questo caso nei prossimi mesi non si potrà più garantire il loro regolare svolgimento. Analoga situazione per la Polizia Provinciale. Mentre a livello nazionale si è dibattuto se far transitare il personale nel Corpo Forestale dello Stato o nei Comuni (come ha infine disposto il dl. 78/’15), i costi relativi al servizio e al personale sono gravati ancora una volta sul bilancio provinciale, nonostante siano venute meno le risorse già da gennaio. La grave situazione in cui versa la Provincia di Perugia (come la maggioranza delle Province italiane) è causata, dunque, da pesantissimi tagli alle risorse provinciali ed alla mancata copertura economica dei costi delle funzioni attribuite ad altri enti ma che, nella fase transitoria, sono ancora svolte dall’ente di area vasta. Tutto ciò con gravi ripercussioni per i cittadini e per le famiglie umbre, che quotidianamente utilizzano le strade provinciali e regionali, vanno a scuola, si avvalgono delle politiche attive del lavoro, usufruiscono dei diversi e numerosi servizi gestiti dalla Provincia. Allo stesso tempo, questa situazione rischia di produrre delle gravissime conseguenze per i lavoratori della Provincia e per le loro famiglie: circa mille dipendenti nella Provincia di Perugia ed oltre 50mila in tutta Italia, che, nonostante la condizione di disagio, in questi mesi hanno continuato, sia pure con difficoltà, ad erogare servizi ai cittadini, con senso del dovere e professionalità. Spesso nell’indifferenza (o peggio con l’ostilità) di un’opinione pubblica non sempre consapevole delle reali situazioni in cui si muovono gli enti locali ed in pubblico impiego.

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