Terni

Disordini Ultras, obbligo di dimora per 6 tifosi del Genoa

Nella mattinata di oggi 2 febbraio, su mandato di questa Procura della Repubblica, le DIGOS delle Questure di Terni e di Genova, al termine di lunghe ed articolate indagini, hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal GI.P di Terni, con la quale è stata disposta l’applicazione dell’obbligo di dimora e di permanenza domiciliare in occasione delle partite del Genoa, nei confronti di 6 ultras genoani, accusati, a vario titolo, dei reati di: lancio di oggetti contundenti e fumogeni, porto d’armi improprie, violenze e minacce a Pubblico Ufficiale.

Perquisizioni nelle case degli ultras

Nel corso delle operazioni, sempre su decreto emesso da questo Ufficio, sono state anche eseguite 9 perquisizioni personali e domiciliari, nei confronti dei predetti e di altre persone sottoposte ad indagini, rinvenendo numerosi capi di abbigliamento, utilizzati dagli indagati il giorno dell’incontro di calcio, tra cui un casco e felpe con cappuccio, indossati per il travisamento. Le indagini, coordinate e svolte dalla DIGOS di Terni in collaborazione con la DIGOS di Genova, hanno avuto come oggetto le azioni violente poste in essere da alcuni ultras genoani lo scorso 22 ottobre 2022 allo stadio Libero Liberati di Terni, in occasione dell’incontro di calcio Ternana-Genoa.

Disordini ultras

L’attività investigativa si è incentrata sull’approfondita analisi dei filmati registrati dalla Polizia Scientifica di Temi, analisi che ha consentito eli ricostruire molte delle azioni violente eseguite in quella sede ed identificarne i presunti autori, oggi destinatari dell’ordinanza cautelare; in particolare, cogliendo i momenti salienti di alcune fasi più tese dei disordini avvenuti e confrontandoli tra di loro, si è riusciti a ricostruire le verosimili singole responsabilità. Giova ricordare che nei confronti di alcune delle persone sottoposte ad indagini è stato già disposto il DASPO del Questore di Terni. Sono in corso ulteriori accertamenti da parte della Polizia di Stato per identificare eventuali altri responsabili. Gli indagati sono tutti genovesi, di età compresa tra i 23 anni e i 54; alcuni di essi hanno precedenti specifici.