Se ne è parlato nel convegno di associazione Elisa 83 e Odv. Riflessione a cui hanno dato un contributo pregevoli relatori e professionisti
L’impatto globale della pandemia da SARS-CoV-2 sulla salute pubblica è stato notevole e ha inciso sulla salute mentale e il benessere psicofisico di molti, tra cui i bambini e gli adolescenti, più vulnerabili. Per questo, l’associazione Elisa83 Organizzazione di volontariato (Odv) ha voluto organizzare, venerdì 5 maggio a Perugia, il convegno dal titolo ‘Disagio giovanile e adolescenziale dopo il Covid’, con il patrocinio della Regione Umbria e in collaborazione con il Consiglio regionale dell’Ordine assistenti sociali (Oas) dell’Umbria.
Una riflessione a cui hanno dato il loro contributo pregevoli relatori, professionisti che ogni giorno a vario titolo si trovano a constatare e ‘mitigare’ questo disagio. Ai lavori, presieduti da Adolfo Orsini, presidente di Elisa 83 Odv, ha partecipato in videoconferenza anche Paola Agabiti, assessore a Istruzione e Diritto allo studio della Regione Umbria, Gianluca Tuteri, pediatra, vicesindaco e assessore alla Salute e alle Politiche per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Perugia, Cinzia Morosin, presidente dell’Ordine degli assistenti sociali dell’Umbria, Laura Dalla Ragione, psichiatra, direttore Uoc Psichiatria e riabilitazione disturbi alimentari Usl Umbria 1, Patrizia Cecchetti, coordinatore Servizi sociali Asl Umbria 1 nonché socia fondatrice di Elisa 83 odv, e Paola Antonelli, neuropsichiatra infantile Ambulatorio Dca Umbertide e responsabile Siee Altotevere Usl Umbria 1.
“Il problema del disagio giovanile – ha detto Tuteri – era già conosciuto tra gli addetti ai lavori, il Covid è stato solo un catalizzatore e non ha fatto altro che ‘slatentizzare’ una questione già nota. Nel servizio di sostegno psicologico progetto ‘Ottavo Segno’ del Comune di Perugia abbiamo oltre mille pazienti attenzionati e il 30% di incidenza del disagio mentale giovanile, il che significa che un adolescente su tre soffre di disturbo mentale. Siamo noi adulti, medici, genitori, politici, a doverci prendere cura di loro”.
“Il 2020, ma poi anche il 2021 fino al 2022 sono stati anni difficili per i preadolescenti e gli adolescenti – ha affermato Dalla Ragione – che hanno risentito di più della pandemia in termini di isolamento sociale, esclusione dalla scuola e, paura del futuro. Sono aumentati i disturbi alimentari e sopraggiunti altri tipi di disturbi come attacchi di panico, depressione e autolesionismo, per cui oggi riflettiamo su come affrontarli e aiutare i nostri ragazzi”.
“La nostra è una regione ricca di esperienze, progetti, normative e professionalità – ha dichiarato Cecchetti –. Quello che manca è l’integrazione fra i servizi. Un altro compito dei servizi è quello di sostenere gli adulti, educatori, genitori e chi ha a che fare con gli adolescenti”. “L’assistente sociale – ha dichiarato Morosin – è una figura professionale che a volte intercetta il disagio quando è proprio all’inizio. Negli ultimi anni abbiamo visto un aumento di pressione delle richieste ma soprattutto della loro gravità. Noi professionisti siamo sotto stress non tanto per le risorse economiche a disposizione quanto per la necessità di fare sistema perché i bisogni sono talmente complessi che richiedono l’intervento di più professionisti”.
“Credo che iniziative in cui si parla di questo problema – ha concluso Antonelli – siano un primo passo importante. Il Covid ha fatto da detonatore e ha portato l’attenzione sul disagio e sulla salute mentale giovanile che sembra essere anch’essa un’epidemia. Oltre ad attivare sinergie tra scuola, servizi di salute mentale e servizi sociali credo che sia importante l’ascolto. Oggi si stanno attivando molte più risorse per la psicologia scolastica e forme di tutela della salute mentale che passano per la prevenzione attraverso percorsi dedicati