Dipendenti "in fuga" dal Comune di Perugia, ma non dal posto fisso

Dipendenti “in fuga” dal Comune di Perugia, ma non dal posto fisso

Redazione

Dipendenti “in fuga” dal Comune di Perugia, ma non dal posto fisso

Gio, 11/01/2024 - 10:07

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Negli ultimi 3 anni in 91 hanno cambiato Ente: lavoro online e progressioni per trattenerli a Perugia

Nel solo 2023 hanno lasciato il Comune di Perugia 40 dipendenti. L’anno precedente erano stati 33 e nel 2021 altri 14 si erano dimessi. A sollevare il tema è stata la capogruppo del Movimento5 stelle, Francesca Tizi, che ha chiesto le motivazioni del fenomeno e se sono in corso strategie per attenuarlo, a Perugia e a livello nazionale, visto che in Italia si è registrano un +89% di dimissioni da posti pubblici negli ultimi 6 anni.

Le cause: retribuzione e la scoperta del tempo libero con lo smart working

“A incidere su tale scelta – ha detto Tizi – vi è innanzitutto una retribuzione non adeguata, ma anche il malessere dovuto alle poche opportunità di crescita, a un ambiente di lavoro poco salutare e alla scarsa comunicazione con i superiori o i colleghi, strumenti inadeguati, formazione insufficiente, assenza di flessibilità, la sensazione di non vedere riconosciuti e valorizzati i propri talenti e il proprio impegno, la propria professionalità, la poca considerazione o l’applicazione residuale di quegli strumenti che riescono a conciliare lavoro e famiglia, come lo Smart Working”. In particolare, “i comuni che non adottano politiche di flessibilità rischiano di perdere dipendenti talentuosi e, ora che è stato avviato lo sblocco dei concorsi e delle assunzioni a tempo indeterminato anche nei comuni in esercizio provvisorio, gli enti che non si adeguano rischiano di perdere il proprio vantaggio competitivo e di non essere in grado di attrarre i migliori professionisti del settore”.
Se durante la pandemia “molti lavoratori hanno sperimentato un nuovo modo di lavorare e scoperto che molte delle routine potevano essere migliorate”, per Tizi “la gestione dello Smart Working da parte dell’ultimo Governo è stata tra le principali fonti di malessere. Più in generale, per la consigliera “è necessario introdurre misure innovative, che puntino a rivedere i meccanismi di reclutamento e i sistemi di gestione, valorizzazione e sviluppo delle risorse umane, attraverso una chiara definizione dei fabbisogni di competenze da parte delle amministrazioni e di implementazione di strategie di accesso e di sviluppo delle carriere per i dipendenti già presenti, anche attraverso una radicale innovazione del sistema di mobilità verticale, che consente l’accesso alle qualifiche superiori, inclusa la dirigenza, non solo per concorso ma anche dall’interno, attraverso meccanismi di assessment di risultati, competenze e soft skill”.

Via dal Comune di Perugia, ma non dal “posto fisso”

Illustrando i dati forniti dall’ufficio personale, l’assessore Luca Merli ha spiegato che le dimissioni intervenute negli ultimi anni (appunto 14 nel 2021, 33 nel 2022 e 44 nel 2023) hanno riguardato sostanzialmente dipendenti assunti da poco e sono legate, nella quasi totalità dei casi, alla presa in servizio presso altre pubbliche amministrazioni, avendo gli stessi partecipato a molteplici concorsi simultaneamente. Non si tratta quindi di una “fuga dal posto fisso”, quanto piuttosto della ricerca del posto pubblico più rispondente alle proprie necessità, o perché correlato ad un migliore inquadramento professionale, o perché territorialmente più vicino alla propria abitazione o comunque al proprio centro di interessi.

Le nuove assunzioni

In merito alle azioni messe in campo dal Comune di Perugia nell’ambito delle politiche del personale, si evidenzia che nel periodo 2020-2023 si è assistito ad una forte ripresa delle azioni di reclutamento per sopperire alle effettive carenze di organico determinatesi a seguito delle disposizioni di contenimento del turn over e per favorire l’ingresso di nuove generazioni lavorative. A questo proposito, nonostante la pandemia, sono state espletate varie procedure: 19 concorsi per posti a tempo indeterminato, varie selezioni per posti a tempo determinato, 5 procedure per assunzioni a tempo determinato di dirigenti, varie procedure di mobilità volontaria, numerose selezioni pubbliche per la verifica dell’idoneità professionale indette tramite Arpal, 3 procedure di stabilizzazione del personale a tempo determinato.
Tutto ciò ha consentito, nel triennio indicato, di inserire oltre 300 assunzioni a tempo indeterminato, portando il numero dei dipendenti a quota 1036.

Le azioni per avere più tempo libero

Oltre alle assunzioni, sono state dottate diverse misure per favorire la conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro: lavoro agile, orario di lavoro con fasce di flessibilità di ingresso/uscita molto ampie, nonché il riconoscimento di orari personalizzati a fronte di particolari esigenze, la concessione dei permessi per motivi di studio, la modifica da tempo pieno a tempo parziale del rapporto di lavoro su richiesta del dipendente.

Ed ancora: nell’ultimo triennio c’è stato un forte incremento delle iniziative formative privilegiando quelle on line.

Le progressioni

Infine per garantire le prospettive di sviluppo professionale del personale dipendente è stato approvato il “Regolamento per la disciplina delle procedure di progressione tra le aree che consentirà la progressione di carriera, tramite procedure comparative, a circa 100 dipendenti già solo con riferimento all’anno 2023; con la sottoscrizione entro l’anno del nuovo contratto integrativo d’ente sarà possibile indire una procura di progressione orizzontale con attribuzione dei relativi differenziali ai dipendenti già a decorrere dall’1.1.2023.
In replica Tizi ha confermato l’esistenza di un certo scontento tra i dipendenti comunali soprattutto in relazione al tema delle progressioni, sui cui, quindi, l’Amministrazione dovrà e potrà intervenire. La capogruppo ha espresso timori per le prospettive future degli enti locali alla luce delle azioni contenute nella manovra del governo nazionale

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