Secondo l’accusa si sarebbe appropriato di oltre 600 mila euro sottraendoli illecitamente dai conti dei clienti della banca per cui lavorava. I fatti contestati risalgono al 2011, quando un dipendente di una banca locale, in 12 occasioni avrebbe sottratto denaro ai correntisti in due filiali della area di Assisi, in cui era stato operativo.
Il pubblico ministero, Claudio Cicchella, nella richiesta di rinvio a giudizio scrive che l’impiegato avrebbe agito “mediante addebiti su conti correnti con causali fittizie in assenza della corrispondente operazione, e mediante accrediti su conti propri, di somme non di pertinenza”.
A gravare sul quadro indiziario ci sarebbe anche il rapporto redatto dalla direzione di revisione interna dell’istituto di credito che, parlando di una somma complessiva di 637 mila euro aumenta il corpo all’accusa. Secondo il magistrato il dipendente avrebbe usato parte della somma per tentare di non farsi scoprire e l’avrebbe “reimpiegata per occultare pregresse condotte appropriative”.
Sono 12 le operazioni contestate tutte per cifre decisamente rilevanti. L’udienza dei giorni scorsi è stata rinviata.