Diossina a Terni, dopo le uova contaminato anche il latte - Tuttoggi.info

Diossina a Terni, dopo le uova contaminato anche il latte

Redazione

Diossina a Terni, dopo le uova contaminato anche il latte

Prosegue la dioxinleaks ternana
Mar, 07/10/2014 - 10:11

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La denuncia delle associazioni ambientaliste continua senza sosta. Dopo i casi delle uova al veleno, ecco alcuni nuovi dati che riguardano il latte. Leggiamo la nota integrale di Italia Nostra, Wwf e Comitato No Inceneritori: “La dioxinleaks ternana prosegue senza tregua, con nuovi e sconcertanti veleni nel latte ovicaprino: Villa Valle non tradisce le attese e, dopo le uova alla diossina, è di nuovo in pole position, con la più alta concentrazione di inquinanti tra tutti i prelievi effettuati a opera di ASL, mentre Macelletto di Ferentillo arriva seconda ed è l’outsider del momento.
La telemetria dà Monte Argento terza, ma Strada Romita insegue a un’incollatura.
Terni Nord, con il blocco Santa Maria La Rocca, Borgo Rivo e Piedimonte, non sta certo a guardare, con un lusinghiero e compatto quinto, sesto e settimo posto in questa speciale quanto nauseabonda classifica.
Risultato onorevole anche per l’altro concorrente in gara da Strada Romita, piazzato ottavo, ma insidiato dagli ultimi tre, collocati peraltro nelle zone più diverse della città: rispettivamente Loc. Rancio (Marmore), Strada del Mulino e Maratta Bassa.

Quando già in marzo, con una petizione firmata da oltre 15.000 persone, chiedemmo insistentemente i dati ufficiali sul superamento del c.d. limite di azione delle diossine nel latte ovicaprino, dalla Regione Umbria fu opposto un assordante silenzio. Un muro di reticenze protratto per ben sette mesi! Anzi: un muro che dura tuttora, pur destinato a frantumarsi. Chiedemmo di chiarire i rischi per i bambini, considerando che, secondo la letteratura medica, il tenore di inquinanti ammissibile per i nostri piccoli è molto basso.

Denunciammo allora anche l’alto tasso di diossine nelle uova, salvo leggere poi, basiti, il testo predisposto da ASL proprio per gli allevatori: l’ente li ammoniva a non bruciare buste o sterpaglie accanto alle galline. Ma ora? Cosa dirà adesso ASL ai proprietari di pecore e capre il cui latte risulta contaminato? Ancora colpa di improbabili buste bruciate o forse la causa risiede più ragionevolmente altrove? E dove sono finiti Regione, Provincia e Comune di Terni, presidenti, sindaci, assessori, colpiti da un dilagante mutismo?

Siamo dinanzi a una straordinaria contaminazione di tutte le matrici –aria, acqua, terra- che fa di Terni un caso nazionale, con un allarmante passaggio degli inquinanti nella catena alimentare. Niente di sorprendente in verità, ma finalmente possediamo dati incontrovertibili in merito. Dati che ci proiettano dentro uno dei più grossi scandali della storia di Terni e dell’Umbria. Uno scandalo impregnato di omertà e di un’informazione pubblica al più intempestiva e dilettantesca. E qualcuno, in tali condizioni ambientali, vorrebbe piazzare a Terni persino un nuovo inceneritore di rifiuti?!?

Ricordiamo che la normativa europea, vigente in Italia, a seguito del superamento del limite di azione –oltrepassato su c.a il 50% dei campioni di uova e latte di Terni- impone la ricerca della causa di contaminazione ai fini del suo contenimento o eliminazione. Ecco: cos’è stato fatto finora? Quali concrete iniziative hanno assunto le autorità per la salute dei ternani?”.

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