Dimissioni Chiarelli, sindacati perplessi temono ripercussioni sulla sanità ternana. Attesa per nomina nuovo dg ospedale
Le dimissioni del direttore generale del Santa Maria di Terni, Pasquale Chiarelli, rassegnate ieri 13 luglio alla presidente della Regione, Donatella Tesei e all’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, hanno in qualche modo certificato che la ‘Vertenza sanità’ in provincia di Terni è una questione da risolvere. Il direttore Chiarelli non aveva ormai la fiducia delle organizzazioni sindacali e della politica che hanno più volte invocato un cambio di rotta rispetto alle attuali scelte gestionali dell’azienda ospedaliera. Ovviamente non si può ascrivere al solo Chiarelli l’intera responsabilità di un sistema che ha problemi strutturali, ma è ovvio che la ‘prima testa a cadere’ sia al vertice. Tanto per avere un’idea dei numeri, all’ospedale di Terni si contano circa 1300 dipendenti a fronte di 3 dirigenti, dei quali uno facente funzione. I dati possono dare un’idea del motivo per cui l’organizzazione del “Santa Maria” risulti non proprio adeguata alle esigenza di una sanità pubblica di qualità e in linea con le attese dei cittadini.
Cgil “Il problema non è solo Chiarelli”
Come sottolineato a TO da Giorgio Lucci, FP della Cgil “Il problema per noi non è Chiarelli come persone che sicuramente non è l’unico responsabile di un sistema che non funziona. Il problema è politico, visto che secondo noi la Regione sta agendo in modo da destrutturare la sanità pubblica così come noi la intendiamo. Le criticità sono presenti in tutta la Asl – seguita Lucci – ma è chiaro che quello che avviene nell’ospedale finisce sotto l’occhio del ciclone, mentre ciò che non funziona ‘dietro le quinte’ non sempre è di dominio pubblico. Adesso staremo a vedere quale sarà la nuova nomina della Regione; il nuovo direttore potrebbe confermare o cambiare le direzioni sanitarie e amministrative, ma solo dopo aver appreso il nome del nuovo dg chiederemo un incontro ai vertici dell’azienda ospedaliera e della Regione”.
Uil “Così è una lenta agonia”
“Siamo perplessi sulle dimissioni del dg Chiarelli perché se si cambiano i suonatori ma la musica rimane la stessa serve a poco – così a TO Mauro Candelori della Uil – sono due mesi che siamo fermi, la Regione doveva decidere due mesi fa se confermare o sollevare il dg. È stato inutile andare avanti così, è una lenta agonia e a rimetterci sono i cittadini e i lavoratori. Non capiamo la politica regionale, ma questo immobilismo fa male a tutti. Ad ora non abbiamo avuto nessuna indicazione da parte della Regione su un potenziale nuovo direttore generale, ma ci sono questioni che vanno al di là delle vicende ospedaliere. Il Pronto Soccorso, ad esempio, funziona per le urgenze, ma non può smaltire il lavoro che dovrebbe essere assorbito dalla sanità territoriale. Al momento – conclude Candelori – non si vede una programmazione sanitaria territoriale congrua e seria”.
Cisl “Nessuno metta in discussione ospedale di Terni”
“Ancora una volta la sanità ternana viene penalizzata perché a prescindere dalle dimissioni di Chiarelli negli ultimi anni c’è stato un continuo cambio di direttori e non si è consolidato un minimo di progettualità, circostanza che ha aggravato la situazione organizzativa – è il commento a TO del segretario regionale Cisl, Riccardo Marcelli – Nessuno pensi a mettere in discussione l’azienda ospedaliera “Santa Maria” che deve rimanere un presidio al servizio dei cittadini. Speriamo che il nuovo direttore sia all’altezza; il fatto che ci sia in corso la discussione del nuovo piano sanitario regionale e l’ospedale di Terni non abbia un dg è grave”.