Categorie: Cronaca Terni

Dieci chili di “bionde” illegali: Due donne a Terni le vendevano sottobanco in un negozio di alimentari tra frutta e salumi

Un’indagine d’altri tempi che oggi sta tornando di moda. Quella sulle sigarette di contrabbando. Succede anche a Terni nel 2013. La Finanza scopre un traffico di “bionde”, per usare un gergo degli anni ‘70, provenienti dall’est Europa e destinate al mercato locale. Quasi 10 Kg. di tabacchi lavorati esteri (T.L.E.) destinati a rifornire una parte dei fumatori Ternani.

Al centro del traffco illecito due donne, P.L. di 37 anni e H.I. di 25 anni, di origine straniera. Una delle donne deteneva le sigarette, l’altra le vendeva nel suo negozio di generi alimentari, posto proprio nel centro cittadino. Insieme a pane, frutta e salumi offriva anche un assortimento di svariate marche di sigarette, alcune delle quali neanche in vendita sul mercato legale italiano: WINSTON, CHESTERFIELD, NZ GOLD SUPER SLIM, tutte importate tramite un c.d. “mercato parallelo”, ovvero un canale di rifornimento che evitava di pagare i dazi doganali. Quando terminavano i pochi pacchetti che nascondeva nell’esercizio commerciale si “ri- approvvigionava” da un piccolo deposito che aveva costituito in un garage adiacente alla propria abitazione.

Un “giro” che andava avanti da qualche mese e sul quale avevano puntato l’attenzione gli uomini della Compagnia della Guardia di Finanza di Terni, cui erano giunti a seguito della costante azione di controllo economico del territorio.
I finanzieri hanno seguito alcuni “allert” che segnalavano un possibile ritorno del fenomeno del contrabbando, forse anche a causa della crisi economica che spinge i consumatori ad acquistare sigarette di bassa qualità e provenienti dall’est europeo pur di risparmiare qualche euro.

Ora le 2 donne sono state denunciate alla locale Procura della Repubblica. Per pochi grammi il reato contestato prevede pene diverse a seconda del quantitativo detenuto. Per un quantitativo superiore ai 10 Kg. è prevista la sanzione della reclusione da due a cinque anni ed € 5 per ogni grammo di prodotto detenuto. Al di sotto di questa soglia il reato è punito con la multa, pari a € 5 per ogni grammo e comunque non inferiore a 516 euro.