Di Stefano, 90 testimoni per l'ex vice sindaco di Norcia - Tuttoggi.info

Di Stefano, 90 testimoni per l’ex vice sindaco di Norcia

Sara Fratepietro

Di Stefano, 90 testimoni per l’ex vice sindaco di Norcia

Processo all'ex broker e politico, nel mirino risparmi mai investiti e i fondi di Oro Norcia. Intanto depositate le motivazioni della condanna a Filippi
Mar, 15/12/2015 - 00:43

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Saranno circa 90 le persone chiamate a testimoniare nel processo a carico dell’ex promotore finanziario, con un passato da vice sindaco e consigliere comunale di Norcia, Adriano Di Stefano, accusato di truffa aggravata, falsità in scrittura privata e in foglio firmato in bianco, violazioni al testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia e al testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria. Ben 14 le costituzioni di parte civile (su oltre 30 parti offese), attraverso gli avvocati Luisa Di Curzio, Roberto Mastalia, Valentina Eresia, Vincenzo Brandimarte (sostituito oggi da Vanda Brandimarte), Roberto Spoletini, Maria Antonietta Salis e Alessandro Brunetti.

Udienza filtro – Lunedì mattina, davanti al giudice Delia Anibaldi (a rappresentare la pubblica accusa il pm Michela Petrini) si è tenuta l’udienza filtro per l’ammissione delle parti civili. A nulla è valsa l’istanza inviata via fax dal legale di Di Stefano, l’avvocato Roberto Migno del foro di Terni, di rinvio per legittimo impedimento. Dopo l’opposizione al rinvio formulata sia dall’accusa che dagli avvocati di parte civile, il giudice ha rigettato l’istanza, disponendo il procedersi oltre. A difendere quindi d’ufficio l’imputato ci ha pensato l’avvocato Salvatore Finocchi, di turno in tribunale. Dopo aver elencato le parti civili (tra cui la Pro loco di Norcia), tutte già costituitesi nel corso dell’udienza preliminare, sono stati ammessi i testimoni, in tutto circa 90.

I testimoni – Ben 42 i testimoni nella lista del pubblico ministero, una cinquantina quelli della difesa, la cui lista era stata fatta pervenire dall’avvocato Migno. I primi 7 dell’accusa verranno ascoltati durante la prossima udienza, fissata per metà gennaio. Uno slittamento di una settimana rispetto alla calendarizzazione fatta già ad ottobre, su richiesta della difesa. In aula sfileranno alcuni dei militari che hanno seguito l’indagine, oltre ad alcuni esponenti della Pro loco di Norcia. Il capo d’imputazione, infatti, racchiude due diverse indagini: quella “madre”, con Di Stefano accusato di truffa per aver mandato in fumo i risparmi di numerosi risparmiatori, principalmente della Valnerina, per un importo di almeno 700mila euro (anche se le associazioni di consumatori hanno sempre evidenziato un ammanco molto più consistente), ma anche una seconda, relativa alla gestione dei finanziamenti di Oro Norcia 2009, la manifestazione organizzata dalla Pro loco di Norcia e che l’ex broker seguiva in quanto allora vice sindaco con delega al turismo ed alla cultura.

Gli altri processi – Il “Caso Di Stefano” si compone anche di altri processi satellite, tutti stralci di quello principale, davanti al giudice Francesco Salerno. Tutti e 3 vedono gli imputati accusati di ricettazione per aver incassato assegni di terzi dati loro dall’ex promotore finanziario per tacitare dei crediti da loro vantati. Quello più corposo conta 8 imputati, tra cui un assicuratore spoletino ed addirittura il fratello di Adriano Di Stefano. Un altro, con un unico imputato, si è aperto nei giorni scorsi ed ha visto l’escussione dei primi testimoni. L’ultimo è quello a carico di un altro nursino, condannato in primo grado a inizio novembre, Moreno Filippi.

Le motivazioni della sentenza Filippi – Proprio in merito a quest’ultimo processo penale sono state depositate, in data 25 novembre, le motivazioni della sentenza di condanna a 3 anni di reclusione. Il giovane nursino è stato condannato per aver cambiato 5 assegni del valore totale di 190mila euro consegnatigli dal Di Stefano ed emessi da ignari risparmiatori che pensavano di averli invece investiti. Nella sentenza di primo grado (sulla quale verrà presentato ora ricorso in appello) il giudice Salerno, ripercorrendo il processo – dove l’avvocato Sonia Aurisicchio, difensore del Filippi è risultata spesso assente –  ha evidenziato come “i fatti, così come descritti (dal capo d’imputazione, ndr) sono stati ampiamente provati nel corso della istruttoria dibattimentale“. In merito agli assegni incassati dall’imputato, il giudice scrive che  “i titoli emessi  sono frutto del delitto di truffa aggravata realizzatosi mediante ripetuti artifizi dal Di Stefano attuati mediante la consegna alla parte offesa di falsa documentazione di riepilogo sullo stato degli investimenti”. E ancora: “l’oggettiva provenienza da delitto dei predetti titoli non è revocabile di dubbio, essendo emerso che gli stessi sono stati emessi dalle parti offese sulla base della falsa rappresentazione della destinazione delle relative somme ad investimenti finanziari, destinazione che non è mai avvenuta. […] Le su richiamate evidenze della istruttoria dibattimentale consentono di ritenere provata, pertanto, la componente obiettiva del reato di ricettazione, rappresentata dalla provenienza illecita della cosa ricevuta, dovendosi, in proposito, sottolineare che l’affermazione della responsabilità per il delitto di cui all’art. 648 c.p. (la ricettazione, ndr) non richiede l’accertamento giudiziale della commissione del delitto presupposto, né dei suoi autori, né dell’esatta tipologia del reato, potendosi affermarne l’esistenza anche attraverso prove logiche, quali sono quelle ricavabili dalle numerose ed univoche emergenze istruttorie su richiamate. In merito all’accertamento del delitto presupposto, deve premettersi che lo stesso non deve essere necessariamente accertato in ogni suo estremo fattuale, poiché la provenienza delittuosa del bene posseduto può ben desumersi dalla natura e dalle caratteristiche del bene stesso, nel caso di specie rappresentato da assegni, recanti importi rilevanti, che il Filippi ha ricevuto e incassato previo abusivo riempimento nella parte relativa all’intestatario ed al di fuori di qualsivoglia legittimazione e/o giustificazione“.

(Nella foto Adriano Di Stefano intervistato da Giulio Golia delle Iene)

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