Prosegue a Tavernelle, nel comune di Panicale, la mobilitazione di popolo promossa dal Partito democratico contro il depotenziamento del Centro Salute di Tavernelle. “Se fino ad oggi c’erano incertezze sul futuro dell’ex Distretto Sanitario della Valnestore, le recenti delibere di Giunta Regionale del 28 febbraio scorso hanno tolto ogni dubbio”. Così Davide Stamponi, segretario Pd di Tavernelle.
“Il Centro Salute di Tavernelle – osserva Stangoni – è completamente ignorato dai finanziamenti e dai progetti straordinari del Pnrr Regionale. Nonostante le proteste delle Comunità locali, la Giunta Regionale non ha alcuna intenzione di realizzare nella Valnestore una delle 7 case della Comunità previste per l’USL Umbria1. Infatti le nuove Case di Comunità interesseranno i Comuni di Città di Castello, Gubbio, Umbertide, Todi, Perugia <(Ponte San Giovanni) e Magione.
Gioverebbe ricordare che la Casa della Comunità tipo hub, è quella struttura prevista dal Piano Sanitario Regionale, in grado di fornire assistenza socio sanitaria di prossimità h.24 , 7g su 7 ed erogare le necessarie prestazioni specialistiche ordinarie, quelle stesse prestazioni che nel corso del tempo , e non da ieri, stanno scemando dall’offerta del Centro Salute di Tavenelle.
Evidentemente, sono ridotte al lumicino, se non del tutto scomparse, le erogazioni di prestazioni specialistiche come quelle del Cardiologo del Fisiatra del ginecologo, dell’ortopedico , dall’oculista del dentista e dell’otorino. Come anche, assolutamente insufficienti e in molti casi totalmente assenti le indispensabili apparecchiature diagnostiche tradizionali come ad esempio Rx ed ecogafi.
Nonostante la strada sia decisamente in salita, come partito PD, non staremo certo a guardare, in questo senso prosegue la massiccia raccolta di adesione al documento dell’Unione dei Comuni del Trasimeno – Corciano.
Nell’immediato futuro, come Partito Democratico , porremo in atto tutte le migliori azioni , per non lasciare che si spenga il farò su questo importante argomento e faremo del tutto per evitare che la sanità pubblica umbra non crei cittadini di serie A e di serie B, e soprattutto che la sanità in generale non diventi gradualmente un servizio riservato a pochi privilegiati”.