Depositi, Bot, azioni, conti correnti: ecco dove gli umbri tengono i loro risparmi finanziari. Quasi 29 miliardi di euro (28,8) lo stock a giugno, considerando i risparmi delle famiglie e le disponibilità finanziarie delle imprese.
La Banca d’Italia, sulla base delle segnalazioni della Vigilanza, rileva le modalità di investimenti di questi capitali. In un anno, nonostante le difficoltà innescate dalla guerra in Ucraina, che ha visto ancora crescere, anche se meno rispetto ai 12 mesi precedenti, la quantità di denari liquidi a disposizione. Anche a seguito di una minore propensione agli investimenti, determinata appunto dalle incertezze del quadro nazionale e internazionale.
I depositi delle famiglie umbre ammontano a 14 miliardi e mezzo di euro. Di cui quasi 9 miliardi e mezzo tenuti nei conti correnti e 5 miliardi investiti nei depositi a risparmio.
Ci sono poi 6,6 miliardi investiti nei titoli a custodia: titoli di Stato (1,2 miliardi, in diminuzione del 4,7%); obbligazioni bancarie italiane (355 milioni, -13% in un anno); azioni (596 milioni, -19,6%).
Diversa la dinamica dei risparmi delle imprese. I cui depositi ammontano a 5,6 miliardi di euro, di cui 5,3 miliardi nei conti correnti (saliti dell’8%) e solo 337 milioni (-21,8%) in depositi a risparmio.
Quanto ai 2 miliardi detenuti in titoli a custodia (+43,2%), 50 milioni sono investiti in titoli di Stato italiani (-4,1%), 54 milioni in obbligazioni bancarie italiane (-1,6%), ed oltre un miliardo e mezzo in azioni, forma di investimento cresciuta sensibilmente (+68,6%).