E’ legge il decreto terremoto dopo il via libera ottenuto questa mattina alla Camera dei Deputati. L’atto, dopo la sua “blindatura” e quindi la bocciatura di tutti gli emendamenti a favore delle popolazioni colpite dal sisma, anche quelli che non prevedevano nessun costo per le casse dello Stato, è stato approvato con 398 sì e 98 astenuti.
Le polemiche di questi giorni (un grido d’allarme era arrivato la scorsa settimana anche dal sindaco di Norcia Nicola Alemanno, a cui però avevano replicato i parlamentari umbri della Lega) erano tornate a farsi sentire ieri in modo bipartisan, con centrodestra e centrosinistra all’attacco di Lega e Movimento 5 stelle. Più volte durante la discussione degli emendamenti, tutti bocciati, – tra i quali le proroghe per la possibilità di garantire l’apertura delle scuole nelle zone terremotate a settembre nonostante non venga raggiunto il numero minimo di alunni – è stato chiesto formalmente al Governo di impegnarsi per far sì che i provvedimenti bocciati possano essere compresi nel decreto Milleproroghe e soprattutto i suoi tempi.
Il decreto terremoto, nonostante lasci irrisolte diverse questioni, segna comunque un passo in avanti su vari fronti, risolvendo alcune problematiche ed è per questo che alla fine non ha registrato alcun voto contrario.
Tra i provvedimenti contenuti nel decreto terremoto, c’è la proroga allo stato di emergenza al 31 dicembre 2018 (con uno stanziamento di 300 milioni di euro) e la proroga su busta pesante, tasse e contributi. Al 31 dicembre è prorogata anche la scadenza delle domande per la ricostruzione leggera (con la possibilità anche di un’ulteriore proroga se necessario ma non oltre luglio 2019). Tra i temi più importanti, la possibilità di sanare i piccoli abusi edilizi preesistenti al 24 agosto 2016, questione che finora ha paralizzato l’avvio della ricostruzione. Si regolarizzano inoltre le strutture provvisorie realizzate dagli sfollati (casette ma anche case mobili e roulotte).
Commissario ricostruzione “Cittadini hanno bisogno di fiducia”
Tra gli interventi, senza dubbio particolarmente significativo quello dell’attuale commissario straordinario per la ricostruzione, la deputata del Pd Paola De Micheli. “Si tratta di un decreto – ha spiegato – che nonostante il dibattito rappresenta un punto di avanzamento rispetto agli obiettivi che ci siamo dati come istituzioni per ricostruire. La ricostruzione non sono solo i volti che vedete più spesso, sono mille lavoratrici e lavoratori che sul territorio ogni giorno si dedicano a trovare delle soluzioni per le persone, la ricostruzione sono 138 sindaci, con alcuni dei quali litigo amabilmente tutti i giorni, ma sono tutte persone che non hanno mai mollato un secondo e non sono scappate difronte all’enormità della responsabilità che hanno sulle spalle. La ricostruzione sono 4 Regioni, migliaia di aziende che vogliono ricostruire dentro la legalità e centinaia di professionisti. La ricostruzione sono le forze dell’ordine, che non ci sono state solo nell’emergenza, ci sono ancora, con la stessa generosità del primo giorno. La ricostruzione siamo noi. Io ho l’umiltà di accettare tutte le critiche, ma vorrei che tutti noi ci rendessimo conto che questa sarà una sfida per tutte le istituzioni, perché questa è una sfida per il Paese. Vi chiedo di avere i distinguo sui contenuti, ma di avere sempre un atteggiamento unitario e condiviso come istituzioni per affrontare la sfida del terremoto; i nostri concittadini che hanno vissuto questo dramma hanno bisogno non solo di buone leggi ed ordinanze, ma di fiducia. Per continuare a vivere lì, bisogna essere convinti che lì ci sia un futuro. Vi voglio invitare, – ha detto rivolta ai colleghi parlamentari – sono mesi che inauguriamo, apriamo cantieri, inauguriamo opere pubbliche, vi chiedo di esserci, anche ai colleghi parlamentari non di quel territorio, per dare il senso che è tutto il Paese che si occupa della ricostruzione. Questa ricostruzione sarà maledettamente difficile, più di quelle che l’hanno preceduta, è una situazione completamente diversa. Ce la facciamo solo se tra di noi e di fronte ai cittadini ci dimostriamo realmente uniti come istituzioni senza mai abbassare la guardia”.
Legambiente contro condono edilizio
Critiche al decreto, soprattutto alla sanatoria degli abusi edilizi che finora bloccava la ricostruzione, Legambiente.
“La promessa del Governo di migliorare alla Camera il testo del decreto terremoto, approvato al Senato, inspiegabilmente non è stata mantenuta. C’erano tutti i tempi per entrare nel merito e correggere gli errori del decreto tra cui, quello pesantissimo, del condono edilizio e invece si è perso solo tempo tra Commissione e Aula. E soprattutto – dichiara Edoardo Zanchini Vicepresidente nazionale di Legambiente – è stato innalzato un inspiegabile muro contro ogni richiesta di correzione del testo arrivando ad approvare oggi, senza modifiche, un provvedimento che riapre così i termini del condono edilizio del 2003. Non era mai successo che un evento calamitoso portasse a riaprire i termini della sanatoria. In questo modo si crea un precedente pericoloso, perché da domani altri territori potranno chiedere di non essere discriminati e avere anche loro il diritto alla sanatoria dopo una calamità naturale”.
“Il decreto – aggiunge Zanchini – rappresenta, dunque, un pessimo segnale e un passo indietro sul rispetto dei principi e delle regole che definiscono il patto di convivenza e di responsabilità tra i cittadini. La maggioranza che sostiene il Governo del cambiamento l’ha fatto, grazie anche al voto favorevole al Senato delle opposizioni. Legambiente continuerà a vigilare, a denunciare ogni forma di illegalità e a ribadire che per far decollare la ricostruzione nelle zone post sisma servono soluzioni di altro tipo a partire da interventi di sostegno ai Comuni, di semplicità e trasparenza nelle procedure, di innovazione, di qualità del lavoro, di partecipazione reale dei cittadini”.
(modificato alle ore 23)