Sabato 29 marzo, alle ore 21, al Teatro Comunale di Todi arriva “Traviata”, capitolo iniziale di uno straordinario progetto con cui Monica Casadei, coreografa al contempo innovativa e attenta alla tradizione, si è proposta di tradurre nel linguaggio della danza i più celebri melodrammi di Giuseppe Verdi.
Sul palcoscenico la Compagnia Artemis Danza, un corpo di ballo formato da undici danzatori che formano un affiatato ensemble, molto affermato anche all’estero. La coreografia di Monica Casadei, premiata in più occasioni per i suoi bellissimi lavori, ci restituisce una “Traviata” letta dal punto di vista di Violetta, che, slegata dal contesto storico e narrativo ottocentesco, acquista una dimensione universale ed emblematica.
Violetta è il personaggio che l’arte ci ha lasciato, ma è anche rappresentativa di tante modalità femminili: al centro di una società maschilista, la protagonista è moltiplicata in tanti elementi tipici della femminilità, in tanti spaccati passionali. Violetta è la donna disprezzata, che anela, pur malata, pur cortigiana, a qualcosa di puro, contro la quale si scagliano le regole borghesi espresse dal padre di Alfredo, Giorgio Germont, emblema di una società dalla morale ipocrita. Una società in cui per certi versi si rispecchia a distanza anche la nostra. Se da prostituta ambita Violetta è protagonista dei salotti parigini, di fatto integrata, ma in modo nascosto, nella società, nel momento in cui desidera e decide di uscire dal suo ruolo e spezzare il suo destino, allora non può che essere punita dal disprezzo, dalla malattia e dalla morte. Il dramma si chiude con un urlo di disperazione, un grido di solitudine: una Traviata molto femminile che esprime un’energia fisica di dolore, specchio dell’anima.