Più di un viaggio della speranza dalla Sardegna a Perugia, ma tutti corroborati da di un sentimento fiducia per mettere nelle mani giuste la propria vita. Sono questi valori che hanno spinto un alto funzionario dello Stato in pensione a fare ritorno a Perugia dieci anni dopo un intervento chirurgico all’aorta.
Come capita quando si frequenta una compagnia con cui ci si trova bene, sarebbe un errore non fare tesoro di quella positiva esperienza. Il signor Mario M. in una lettera indirizzata al direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Perugia racconta “la severità della mia patologia , accertata da un esame angio TAC urgente presso l’ospedale di Carbonia, che mi ha messo nella condizione di sottopormi ad un sollecito intervento chirurgico per l’eliminazione della patologia”.
Il paziente ricorda anche di aver conservato gelosamente il contatto del professor Fabio Verzini, dirigente medico della struttura complessa di Chirurgia Vascolare, diretta dal Dottor Massimo Lenti , acquisito due lustri prima, ed ora, che è tornato a casa dopo il periodo di convalescenza , vuole sottolineare qualità e umanizzazione dell’assistenza ricevuta.
“ Dopo l’esito dell’esame- ricorda – fui sollecitato a portarmi in tempi brevi a Perugia e due giorni dopo il ricovero lo stesso professor Verzini procedeva ad impiantarmi una endoprotesi aorta toracica. Decorso operatorio buono e, a distanza di un mese, altro intervento, assai più complesso del primo, con applicazione di una endoprotesi ramificata”. “Perché questo dettagliato racconto? “, si chiede il signor Mario, che ha ricoperto incarichi importanti nella pubblica amministrazione in diverse regioni italiane, senza però aver mai avuto modo di conoscere in maniera approfondita l’Umbria.
“Desidero testimoniare i meriti dell’ospedale di Perugia, evidenziando l’eccellenza e l’innovazione delle procedure e metodiche interventistiche nella chirurgia vascolare, caratteristiche,queste, che hanno determinato la mia scelta, preferendo Perugia a centri importanti e più vicini alla mia attuale residenza. Ma soprattutto-prosegue la missiva- mi sia consentito di sottolineare il valore umano e professionale del prof. Verzini e del personale sanitario della clinica. Sono orgoglioso di essere stato curato da un professionista di grande serenità d’animo e di straordinaria modestia che ne ingrandiscono il valore “.