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Dal cashmere al cemento, Vacchi apre a Cucinelli la cassaforte dei Colaiacovo

Dopo averlo convinto, dodici anni fa, a quotare la propria azienda in Borsa (dallo scorso gennaio nel Ftse Mib, il principale listino di Piazza Affari), Gianluca Vacchi porta ora Brunello Cucinelli, il re del cashmere, a guardare al cemento.

Come riportato da Luca Gualtieri per Milano Finanza, una cordata che conta due tra gli imprenditori italiani più glamour (Gianluca Vacchi per la sua eccentricità sui social; Brunello Cucinelli perché icona di stile che veste ormai personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e capi di Stato) sarebbe pronta anche a investire nella cassaforte della famiglia eugubina Colaiacovo, proprietaria, tra le altre aziende, di Colacem e Colabeton.

Le difficoltà del ramo oro, che proprio un anno fa (il decreto del Tribunale di Perugia è del 10 gennaio 2023) ha ottenuto l’omologazione degli accordi di ristrutturazione, con quasi tutti i creditori, della Franco Colaiacovo Gold in liquidazione, stanno determinando manovre di riassetto all’interno della famiglia eugubina. Manovre nelle quali Brunello Cucinelli e Gianluca Vacchi, amici di vecchia data, con quest’ultimo che ha aiutato appunto l’imprenditore di Solomeo ad entrare in Borsa, sono pronti ad inserirsi, per fornire la liquidità necessaria ad onorare appunto il piano di ristrutturazione della Franco Colaiacovo Gold redatto dagli advisor MFB Partners, Gatti Pavesi Bianchi Ludovivi e Mediobanca, che prevede il pagamento degli oltre 120 milioni di euro dovuti ai creditori, attraverso l’aumento di capitale di Franco Colaiacovo Gold (che controlla GDS, Goldlake Italia e Rigel Impianti, tutte sottoposte a procedura di concordato preventivo) e che al momento dell’emissione del decreto del Tribunale di Perugia risultava socia al 25% di Financo, la holding della famiglia Colaiacovo.

Oltre che sull’ottimo andamento della propria azienda (nell’ultimo anno la Brunello Cucinelli ha registrato una crescita dei ricavi superiore al 23%), l’imprenditore di Solomeo, fautore di quello che chiama “nuovo Capitalismo Umanistico”, può contare sulla validità dell’operazione finanziaria che ha portato il titolo della casa di moda, collocato nella primavera del 2012 ad un prezzo di 7,75 euro ad azione, ad una quotazione attuale intorno agli 83 euro.