Al Festival della giustizia penale di Modena è stato il giorno dell’atteso intervento di Amanda Knox, la statunitense che, quando era studentessa a Perugia nel 2007, fu incarcerata per quattro anni (e poi assolta) per l’omicidio della coinquilina inglese Meredith Kercher.
Vestito chiaro, capelli sciolti, Amanda si è commossa più volte nel ricordare i passaggi più dolorosi della sua esperienza. Che, di fatto, mettono sotto accusa il sistema della giustizia in Italia. Amanda non ha i dubbi su come siano andati i fatti: “Il primo novembre 2007, un ladro, Rudy Guede, è entrato nel mio appartamento e ha violentato e ucciso la mia coinquilina Meredith Kercher“.
Eppure, le indagini si sono soffermate su di lei e sull’allora compagno, Raffaele Sollecito. E lei si è sentita già condannata dall’opinione pubblica per l’immagine che di lei era stata cosrtuita. “Sul palcoscenico mondiale io ero una furba, psicopatica e drogata, puttana. Colpevole. È stata creata una storia falsa e infondata, che ha scatenato le fantasie della gente. Una storia che parlava alle paure della gente“. L’immagine della ragazza soprannominata Foxy Knoxy, dal nomignolo che lei stessa, in precedenza, si era dato. Oggi Amanda dice: “Io prima del processo ero sommersa da una montagna di fantasie da tabloid“.
Un pregiudizio che ha “contaminato” l’inchiesta, impedendo di avere un processo giusto: “Non ci sono regole se non che il sensazionalismo vince: nella corte dell’opinione pubblica non sei una persona umana, sei un oggetto da consumare“. Un atto di accusa, quello di Amanda, anche verso quel mondo dell’informazione di cui oggi fa parte.
La statunitense ha poi aggiunto senza trattenere le lacrime: “So che molti pensano che io sia cattiva, ma in realtà io sono stata una vittima: si cercava un colpevole e polizia e media si sono accaniti su di me. Guede ha ucciso Meredith“. Svelando anche di aver tentato il suicidio mentre era in carcere.
Riabilitato, almeno sul piano umano, il pm Giuliano Mignini: “A 20 ani pensavo fosse un mostro che volesse distruggermi. Oggi vorrei incontrarlo faccia a faccia, ma fuori dalle aule“.
Il nuovo giallo del video
Ed alla vigilia della sua testimonianza, atto di accusa verso la giustizia italiana ed i processi mediatici, la trasmissione Quarto grado ha parlato di un nuovo giallo. Quello riferito ad una donna, dall’aspetto compatibile con quello di Amanda Knox, ripreso dalla telecamera n. 7 del parcheggio sant’Antonio, quello di fronte alla casa di via della Pergola dove Mez fu uccisa. Una donna che transita alle 20.53, un minuto e 30 secondi dopo il passaggio di Meredith, diretta verso casa. Quella stessa telecamera aveva filmato Rudy alle 19.41 ed Amanda, insieme a Raffaele Sollecito, alle 16.40.
“Non è lei, aveva i capelli sciolti” dice Raffaele Sollecito, invitato alla trasmissione. Dove però si insiste sulle somiglianze. E comunque, si sottolinea il fatto che quella donna non è mai stata identificata, nonostante il video fosse stato da subito a disposizione della Procura. Remo Croci, a Modena per seguire Amanda, lamenta anche il fatto che il dischetto con le registrazioni precedenti è andato perso. Così come il video del primo interrogatorio a cui furono sottoposti Amanda Knox e Raffaele Sollecito.