Cronaca

Il cuore artificiale va in tilt, i medici dell’ospedale di Perugia lo salvano

Una storia che ha dell’incredibile. Franco T. è un pensionato perugino di 65 anni, che fra due mesi festeggerà il secondo anniversario da quando gli è stato applicato un cuore artificiale. Un percorso non sempre spianato, infatti ad inizio del 2017 il sofisticato apparecchio ha iniziato a svolgere solo in parte una corretta attività.

A metà di gennaio di quest’anno – è Franco che racconta, dopo l’ultimo controllo effettuato dai sanitari del S. Maria della Misericordia- mi sono svegliato dal sonnellino pomeridiano ed ho sentito che l’apparecchio emetteva un suono strano. In ospedale i medici hanno subito confermato che si trattava di un coagulo che impediva alla turbina di pompare correttamente”. Simili complicanze sono ricorrenti e vengono proposte due soluzioni: quella della sostituzione dell’apparecchio, in pratica un nuovo intervento cardiochirurgico, come spiega in una nota dell’ufficio stampa dell’Azienda Ospedaliera di Perugia il professore Temistocle Ragni, oppure una terapia endovenosa per sciogliere il coagulo, con elevate possibilità di complicazioni emorragiche.

Grazie alla attività di professionisti di più discipline (Cardiochirurgia, Cardioanestesia, Cardiologia emodinamica e Medicina interna e vascolare ) – aggiunge il prof Ragni- è stata tentata una terza soluzione, valutata al momento con una probabilità più alta di rimuovere il trombo che si era formato. Si è trattato di una tecnica innovativa, mai adottata in situazioni analoghe , è stato iniettato un farmaco trombolitico direttamente nel ventricolo, e specificatamente nella stessa turbina , con l’aiuto di un catetere”.

La tecnica messa a punto dal gruppo multidisciplinare coordinato da Isidoro Di Bella, ha così permesso al cuore artificiale di riprendere tutte le sue funzioni. “ In questo fase di convalescenza , mi sottopongo ai controlli ogni dieci giorni ; la situazione è tornata come quella prima della crisi . Appena dimesso – racconta il paziente – ho ripreso a passeggiare in compagnia del mio cane. I motori hanno scandito gli anni della mia vita lavorativa, più di 40 a guidare camion e autobus ; la tecnologia mi hanno regalato gioie e dolori, vista la fatica accumulata, ma ora proprio un motore mi ha fatto tornare a nuova vita”.