Csm, dietro front su Liguori. il Consiglio Superiore della Magistratura non si oppone al ricorso dell'ex Procuratore Capo di Terni
Il Consiglio Superiore della Magistratura non si costituirà in giudizio nel ricorso formalizzato al Tar del Lazio dall’ex Procuratore Capo di Terni, Alberto Liguori, sospeso dall’incarico perché sarebbe coinvolto in alcune chat con Luca Palamara (ex consigliere del Csm) riguardo la nomina del presidente di Sezione del Tribunale di Cosenza. Nella giornata di ieri, 15 febbraio, il plenum non ha approvato la proposta della commissione per gli incarichi direttivi di opporsi al ricorso, dando mandato all’Avvocatura generale dello Stato: la delibera, infatti, non ha ottenuto la maggioranza dei voti con 12 i favorevoli, 12 contrari e 4 astenuti.
Csm aveva deliberato sospensiva
L’11 gennaio scorso il Csm aveva deliberato l’allontanamento da Terni di Alberto Liguori che aveva chiesto la sospensione e l’annullamento della delibera. Le chat intercorse tra Liguori e Palamara erano state valutate nel corso di un procedimento “per incompatibilità ambientale” poi archiviato, ma sufficiente alla non riconferma quadriennale come Procuratore Capo di Terni. Secondo quanto sostenuto dal Csm, infatti, Liguori sarebbe intervenuto, tramite scambio di messaggi con Palamara, nella nomina del presidente di Sezione del Tribunale di Cosenza, carica per la quale erano in lizza Salvatore Carpino e Paola Lucente. Secondo il componenti del Csm Liguori sarebbe intervenuto a sostegno della candidata donna con insistenti messaggi a Palamara.