Sul crollo della chiesa di San Giacomo, avvenuta il 23 novembre 2010, la Corte d’appello di Perugia ha confermato in toto la sentenza del tribunale di Spoleto. La sentenza di secondo grado è arrivata giovedì.
Davanti ai giudici perugini (presidente Massei, Falfari a latere e Battistacci relatore) sono comparsi l’ex direttore dei lavori Daniele Felici ed il titolare della ditta Cesa Nicola Falcini, condannati in primo grado ad un anno di reclusione (con pena sospesa), ma anche il coordinatore della sicurezza del cantiere, Paolo Castellana, che era stato invece assolto dal tribunale di Spoleto.
La Corte d’appello ha respinto la tesi della difesa di Felici e Falcini (rappresentati rispettivamente dagli avvocati Salvatore Finocchi e Antonino Berardo), confermando la loro condanna in merito al crollo della chiesa di San Giacomo, ma non ha nemmeno accolto la richiesta della procura di rivedere la posizione di Castellana. Confermata in toto, insomma, la sentenza che era stata emessa un anno e mezzo fa dal giudice spoletino Delia Anibaldi. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni, dopo di che quasi sicuramente il geometra spoletino e l’imprenditore tifernate ricorreranno in Cassazione contro questa nuova decisione dei giudici.
In primo grado oltre a Castellana erano stati assolti anche altri tre tecnici interessati a vario titolo dai lavori di consolidamento della parrocchiale di San Giacomo di Spoleto dopo il terremoto del 1997. Proprio durante la messa in sicurezza, un pilone della struttura era collassato, facendo venir giù il tetto. Gli operai della ditta Cesa che si trovavano in quel momento all’interno erano riusciti a mettersi in salvo miracolosamente e nessuno aveva riportato conseguenze nel crollo. Dopo il crollo ed un lungo sequestro, la parrocchia aveva poi potuto riprendere i lavori, con la chiesa ristrutturata (che contiene anche un importante dipinto di Giovanni di Pietro, detto Lo Spagna) riaperta ai fedeli ed al culto il 6 novembre 2016.