Durerà l'intera giornata il presidio dei lavoratori umbri della Croce Rossa Italiana, che hanno allestito un gazebo in piazza della Repubblica, a Perugia, per dire no alla privatizzazione dell'ente.
Alla manifestazione, che oltre che a Perugia si è svolta in tantissime piazze in tutta Italia, hanno preso parte numerosi operatori in divisa.
“Con l'ultimo consiglio dei ministri del governo Berlusconi dono stati approvati una serie di provvedimenti di cui la popolazione è all'oscuro”, si legge nel volantino distribuito ai passanti in piazza. “Tra di essi, la privatizzazione della Croca rossa italiana. Chiediamo al nuovo governo la modifica di questo provvedimento”.
Secondo i dipendenti della Cri oggi in piazza, infatti, la privatizzazione dell'ente potrebbe comportare un calo della qualità dei servizi offerti, dovuto ad una logica di risparmio e di profitto, e un calo occupazionale, sia dei lavoratori precari al servizio della Cri che di quelli di ruolo.
“In Umbria sono 52 i lavoratori dell'ente (circa 30 solo a Perugia, ndr), di cui 36 a tempo determinato e 16 di ruolo”, ha detto il portavoce Fp Cgil, sindacato che ha organizzato la protesta di oggi insieme a Cisl Fp e Cisal. “Tutti questi posti di lavoro sono messi a rischio da un eventuale percorso di privatizzazione”.
Secondo le stime dei manifestanti, a livello nazionale la privatizzazione della Croce rossa comporterà il licenziamento già dal 31 dicembre di 2mila persone, tra dipendenti di ruolo e precari, e la vendita dell'”immenso patrimonio della Cri (…), (stimato in 7/8 miliardi di euro). fda