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Crisi, Spi-Cgil Spoleto “Non se ne esce senza equità a giustiia sociale”

di Alessandro Raspa (*)

Per affrontare la crisi economica e finanziaria in cui versa da molto tempo il nostro paese per precise responsabilità del governo precedente, si chiedono ai cittadini italiani nuovi sacrifici e un patto fondato sul rigore e l’equità. Si è sostenuto che i sacrifici avrebbero riguardato tutti e che chi aveva di più doveva pagare di più, ognuno in base alle proprie condizioni e al proprio reddito. Nella manovra che viene imposta al paese manca, invece ,un chiaro e concreto segno di equità ,il rigore è a senso unico e la giustizia sociale è inesistente. Non è equo far pagare il costo della crisi a tantissimi pensionati, bloccando la già esigua rivalutazione economica. Un sacrificio che si trascinerà per tutta la loro vita. Non è equo allungare l’età di accesso alla pensione a milioni di donne e uomini già duramente colpiti dalla crisi che sono senza lavoro e senza ammortizzatori sociali che li tutelino. Non è equo penalizzare quei lavoratori che dopo oltre 40 anni di lavoro faticoso si vedono ledere un diritto e penalizzare la loro pensione solo perché hanno iniziato il lavoro da giovanissimi. Non è equo lasciare i giovani senza lavoro e in una condizione di continua precarietà.

Perché tanta reticenza nel definire una patrimoniale in grado di intervenire sulle grandi rendite finanziarie e grandi patrimoni? Perché continua ad essere così modesto il prelievo sui capitali scudati? Perché non si contrasta seriamente l’evasione fiscale? Perché non si interviene sugli sprechi sui settori protetti e sui veri privilegiati? Perché è così faticoso ridurre i costi della politica?

Noi generazione di uomini e di donne a cui i sacrifici sono sempre stati imposti chiediamo a voi di rispondere a tutto questo perchè pretendiamo un paese che dia lavoro, un futuro per i giovani, serenità per gli anziani e un welfare basato sulla giustizia” Dalla crisi si esce solo con più equità e meno sacrifici scaricati sui soliti noti. Lo SPI-CGIL, che rappresenta milioni di pensionate e pensionati, non starà fermo a guardare e a subire ma continuerà a combattere affinché l’Italia diventi un paese migliore, più giusto e più equo.

(*) Segretario Spi-Cgil Spoleto