Crisi Nuova P&P: il duca Varano di Camerino può attendere, gli operai no / A rischio la trattativa / Ft - Tuttoggi.info

Crisi Nuova P&P: il duca Varano di Camerino può attendere, gli operai no / A rischio la trattativa / Ft

Redazione

Crisi Nuova P&P: il duca Varano di Camerino può attendere, gli operai no / A rischio la trattativa / Ft

Mer, 10/07/2013 - 00:20

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Carlo Ceraso
Jacopo Brugalossi

Trentadue giorni e ancora nessuna novità di rilievo circa la tanto ventilata vendita della Panetto & Petrelli alla Nit Holding Italia, la Srl che a detta del duca Rodolfo Varano di Camerino dovrebbe rilanciare l’economia della città di Spoleto potendo vantare su un capitale di 150milioni di euro (anche se la Srl amministrata dal figlio di prime nozze della moglie di Varano, Bruno Toma, di capitale sociale ne vanta appena 10mila).
Così gli animi cominciano ad accendersi, dentro e fuori la fabbrica. Difficile capire da che parte sta la ragione fra parte acquirente e venditrice, di certo in mezzo, a pagarne le conseguenze, ci sono una trentina di operai che sul nobile originario di Rieti avevano riposto le ultime speranze di salvezza.
Cosa stia frenando Varano a riconsegnare il Preliminare di vendita che la proprietà della P&P, l’imprenditore Bruno Buccetti e il commercialista Giorgio Peppucci, ha firmato il 7 giugno scorso accettando l’offerta di 450mila euro non è dato sapere. Il documento contrattuale, a quanto trapela dalla governance, è stato consegnato al commercialista di fiducia di Varano, Edoardo Caforio, all’indomani dell’approvazione del bilancio 2012 che ha registrato una perdita di 950mila euro.
Contattati da Tuttoggi.info Buccetti e Peppucci si sono limitati a dire che “tutto quanto potevamo fare è stato fatto. Caforio ci ha più volte ribadito che il preliminare è stato firmato anche dalla controparte ma al momento di restituircene una copia ci ha comunicato che l’acquirente non lo aveva più autorizzato alla consegna. Da parte nostra – continuano i due imprenditori – restiamo ancora disponibili alla trattativa ma appare evidente che c’è qualcosa di strano. Il contratto è stato stilato dai consulenti del duca, questo abbiamo allegato il bilancio, la relazione del collegio sindacale e una situazione dello stato patrimoniale dei primi cinque mesi del 2013. Una cosa è certa, le illazioni che stanno girando anche all’interno della fabbrica secondo le quali staremmo giocando al rialzo sono prive di ogni fondamento; firmato il contratto non possiamo più modificare nulla. Questa trattativa ci ha convinto a prendere decisioni importanti e le ripercussioni, in caso di insuccesso, sarebbero ancor più pesanti”. La proprietà non lo dice apertamente ma è chiaro che comincia a prendere piede il sospetto che la Nit stia cercando di guadagnare tempo. A quale fine non è dato sapere.
Al mobile Rodolfo Varano fornisce invece la sua versione: “la fotografia aziendale che ci è stata data ad aprile scorso non risponde con i dati e i numeri che compaiono in bilancio. C’è anche una denuncia penale che riguarda la società o una sua controllata di cui non sapevamo nulla, lei capisce…. Comunque per quanto ci riguarda l’interesse resta immutato e la stessa Nit Holding di Honk Kong ci ha chiesto di verificare in fretta e chiudere la trattativa. Anche per questo proprio ieri sera ho dato incarico a due stimati professionisti di Spoleto, Leodino Galli e Carlo Alberto Zualdi, di avviare una due diligence sul bilancio della P&P che dovrà essere approvata dai due soci di maggioranza”.
Abbiamo ricevuto la proposta questa mattina, martedì 9 luglio” ci conferma il presidente del board Buccetti “nulla in contrario all’acquisizione degli atti contabili, non abbiamo nulla da nascondere. Quanto ad un procedimento penale, e Varano lo sa benissimo, questo non riguarda né la nostra società né le società cui fanno capo le azioni del pacchetto di maggioranza”.
Certo è che 32 giorni per decidere di affidare una due diligence sembrano un bel po’ di tempo. Senza considerare che Galli (la ‘sentinella del territorio’ come si autodefinì annunciando lo scorso anno in pompa magna l’acquisto dal tribunale fallimentare di Latina della Panetto da parte di Buccetti e Peppucci) e Zualdi fino allo scorso dicembre facevano parte del collegio dei revisori della P&P e dovrebbero pertanto conoscere sufficientemente bene i numeri della storica azienda di via Martiri della Resistenza. Ci sarebbe poi da capire perché la Nit Italia di Toma e del socio di minoranza Lorenzo Gregori, venerdì scorso avrebbe presentato ad alcuni sindacalisti (Cgil e Uil hanno declinato l’invito non trovando idonea la sede di un ristorante) il Piano industriale se non è ancora entrata nel possesso della azienda.
La tensione in fabbrica si fa sempre più accesa con il sindacato che non sembra poi più così unitario. Colpa forse dell’attivismo pro-Varano di Carlo Ugolini, il membro della Rsa in quota alla Cisl (anche se dalla Cisl è da tempo sospeso), che a questo punto non sa più come difendere quello che appare sempre più indifendibile. Certo da una società che ha pubblicamente promesso investimenti per 150milioni di euro ci si sarebbe aspettato qualcosa di più veloce, specie di fronte ad una trattativa inferiore al mezzo milione, insomma quel ‘gesto concreto’ che lo stesso sindaco di Spoleto, a quanto fa capire l’entourage del primo cittadino, sta aspettando da Varano dopo i tanti proclami fatti pubblicamente.
E proprio al sindaco spetta ora di indire il tavolo richiesto ieri dai sindacati (presenti Corrado Corradetti della Slc-Cgil, Francesco Bonini della Fistel Cisl e Giovanni Baiocco della Uilcom) e dalla Rsu al termine di una assemblea di due ore tenuta con i lavoratori. Ecco il testo: “In data odierna si sono riunite le OO.SS. e i lavoratori della Nuova Panetto e Petrelli con le rispettive RSU, per discutere il problema della cessione dell’azienda. Dalla discussione sono emerse tre problematiche fondamentali che mettono a rischio i livelli occupazionali e salariali dei dipendenti e delle rispettive famiglie: mancanza delle competenze di 4 mesi sia salariali che di Cassa Integrazione Ordinaria, mancati versamenti del Fondo Biblos (Fondo Integrativo di Categoria) di circa 20 mesi e prospettive occupazionali di futuro all’interno dell’azienda. Per tutto quello che è stata la discussione le OO.SS. chiedono l’istituzione di un tavolo con tutti i soggetti interessati che abbia la prospettiva di riportare la trattativa ad uno stato di chiarezza dal momento che in data 7 giugno 2013 ci era stato ufficialmente presentato come acquirente un nuovo soggetto che ha esposto i suoi interessi alle OO.SS. e a tutti i lavoratori. Ad oggi, visto il non concretizzarsi di tale trattativa nonostante nella occasione sopra citata ci fosse stato detto che il tutto era imminente addirittura il giorno seguente, vorremmo capire con la vostra mediazione quali sono le prospettive per i lavoratori della Nuova Panetto e Petrelli. Visti gli impegni della città di Spoleto vorremmo che la convocazione del tavolo fosse urgente”.
Stare quattro mesi senza stipendio per chi deve pagare un mutuo o mantenere una famiglia è maledettamente difficile” dicono fuori dai cancelli alcuni operai a Tuttoggi.info che peraltro sono già in regime di cassa integrazione straordinaria e da ottobre non avranno più a disposizione alcun ammortizzatore sociale, solo la mobilità. Ma non è tutto. Stando alla loro testimonianza, l’azienda sarebbe ormai devastata e ridotta in condizioni di semiabbandono: “ci salviamo solo grazie alle storiche commesse delle Poste e di Buffetti” dicono visibilmente sconcertati. La palla passa ora in mano al sindaco che già per la prossima settimana dovrebbe convocare le parti.
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