Si dice soddisfatto l'ingegner Moreno Gervasi all'indomani del colloquio, durato più di tre ore, con i sindacalisti di Fim, Fiom e Uilm, rispettivamente rappresentate da Adolfo Pierotti, Francesco Giannini e Umbro Conti. Ma si dicono soddisfatti anche gli stessi rappresentanti dei lavoratori, che al tavolo sono arrivati accompagnati da due membri della Rsu aziendale. “Il businness plan ci è sembrato positivo – dicono i tre al telefono – anche se resta ancora qualcosa da capire. Non siamo del tutto convinti sugli investimenti e sui livelli occupazionali, ma era solo il primo incontro”. Gervasi dal canto suo ha ribadito che sarebbe pronto a riprendere l'attività industriale già dalla prossima settimana e che non è in discussione un solo posto di lavoro. Al sindacato non è piaciuto più di tanto il rifiuto dell'imprenditore di fare 'cartello' con altre aziende del luogo. A chi si riferivano è facile immaginarlo: alla Tecnokar di Luzzi, con il quale i sindacati si incontreranno domani sera. Ma all'orizzonte si profilano due nuove cordate. La prima che farebbe capo all'industriale aretino Menci, l'altra al boilognese Cardi. Quest'ultimo, già un paio di settimane fa aveva mandato a Spoleto i propri consulenti tecnici per verificare lo stato degli immobili e avere un primo contatto con i dirigenti di Marcoaldi. Intanto si muovono anche le istituzioni, a cominciare dal comune, anche se con una tempistica definita dai più anomala. Anche i sindacati non hanno compreso la mossa di Comune e Regione che si sono ritrovati per discutere della Minerva. Una lettera sarebbe partita all'indirizzo del sindaco Brunini e dell'assessore Giovannetti, ma non ne è dato sapere di più. Evidente che ogni possibile svolta dovrà passare dalle mani del giudice Laudenzi che segue il fallimento della Industrie Minerva e del curatore, il ragionier Enrico D'Agata.