Introdurre a Perugia i buoni Scec per risollevare le sorti del commercio locale. La IV Commissione consiliare comunale ha approvato un ordine del giorno che invita la Giunta a valutare l’attivazione di questa soluzione, acronimo di “Solidarietà che cammina”, che prevede, così come fatto in alcune città italiane pilota, l’attivazione di un buono-sconto che in una percentuale libera di accettazione e attraverso una distribuzione allargata e gratuita a chi semplicemente li richiede, permette di favorire le attività ed i prodotti del territorio e, trattenendo nel territorio la ricchezza, innesca un processo virtuoso economico e sociale.
L’ordine del giorno è stato illustrato dal primo firmatario, il pentastellato Pietrelli, il quale ha ricordato la situazione allarmante del commercio a Perugia, dove si è assistito negli ultimi anni alla chiusura di oltre il 24% dei negozi, specie nel centro storico. Pietrelli propone di portare a Perugia l’esperienza fatta in altre città, dove associazioni senza scopo di lucro, che fanno riferimento al circuito nazionale dell’arcipelago Sces, con lo scopo di avviare relazioni fra autorità pubbliche, imprese e cittadini finalizzate a creare circuiti locali virtuosi, hanno avviato l’utilizzo di questo buono. Ottenendo risultati positivi.
Per questo motivo il consigliere Pietrelli, nel dispositivo, ha proposto di impegnare l’Amministrazione: a favorire la realizzazione di progetti aziendali e sociali di sostegno attraverso l’utilizzo dello Scec; a coinvolgere le istituzioni pubbliche del territorio nella promozione e divulgazione del progetto Scec; a predisporre gli strumenti informativi, in dotazione all’Amministrazione Comunale, per pubblicizzare e informare sull’utilizzo dello Scec nel circuito locale; a concedere l’utilizzo degli uffici Urp come punto informativo e divulgativo degli Scec.
L’assessore Fioroni ha riconosciuto di aver analizzato questa ed altre soluzioni simili in diverse circostanze, evidenziando aspetti positivi, ma anche alcune criticità. Una delle principali perplessità è che manca, in tutti questi strumenti, una sorta di denominatore comune, pur essendo la materia interessante visto che può creare un circuito virtuoso che si basa sulla fidelizzazione. Insomma, a parere dell’assessore, si tratta di un fenomeno da osservare con attenzione, trattandosi di “fermenti” di economia nuova che possono valorizzare le imprese locali, specie quelle più piccole; l’unico problema è che, dagli studi effettuati, queste soluzioni tendono ad attecchire all’inizio, ma non riescono nel tempo a trovare continuità.
Tracchegiani ha evidenziato che la proposta, di fatto, rappresenta una sorta di buono-sconto del 20%, sulla falsariga di quanto già fanno singolarmente gli esercizi commerciali. Per queste ragioni il consigliere di F.I. ha manifestato qualche perplessità anche in considerazione del fatto che la soluzione, se adottata, potrebbe ingenerare un aumento dei prezzi. Per Giaffreda (M5s), al contrario, il progetto è chiaro e tende, attraverso una strategia di marketing, ad associare in una rete i piccoli esercenti, aiutandoli a trovare clienti. Non vi sarà, quindi, alcun aumento dei prezzi, anzi i negozi aderenti dovranno rinunciare nell’immediato ad una fetta dei guadagni, ma ottenendo nel contempo una certa visibilità e nuovi clienti destinati a fidelizzarsi. Insomma una forma di mercato utile per combattere la crisi dei piccoli negozi.
L’ordine del giorno è stato approvato con 7 voti a favore e 5 astenuti. Tra questi, il presidente Felicioni, che si è riservato di approfondire meglio la proposta in vista della discussione in Consiglio comunale.